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QUESTA BENEDETTA COSTITUZIONE CHE MOLTI VOGLIONO CAMBIARE, MA CHE POCHI VOGLIONO RISPETTARE.... La Costituzione si può cambiare, ed essa stessa stabilisce all’art. 138 il giusto procedimento: ma ci vuole rispetto e senso del bene comune. Tutte le volte che, per ragioni o interessi personali, si attacca la Costituzione, si va contro tutto ciò e si rischia di uscire dai solchi della democrazia. Intendiamoci: non è cosa che possa fare la gente normale, che possano fare i cittadini consapevoli dei diritti, ma altresì rispettosi dei doveri. Anzi: per loro la Costituzione è un riparo, una garanzia. Ci sono però quelli per i quali le norme, i poteri, le istituzioni sembrano essere un ostacolo, un inutile fardello. I potenti, i (pre)potenti, quelli che se non va bene la legge la si travolge o, se proprio non ci si riesce, si cambia e se ne fa una nuova. Quelli per i quali il bene comune è una variabile del proprio, e la legge sono loro stessi. Luigi XIV diceva orgogliosamente l’etat c’est moi, e aveva ragione, essendo il sovrano assoluto di uno Stato assoluto. Ma oggi no: negar e il valore del bene comune e la "strumentalità" delle istituzioni rispetto ai valori e ai diritti dei cittadini è negare la democrazia. Se l’insofferenza per la democrazia e per le regole dilaga, con pericolosissimi esempi (chi ha detto che evadere le tasse può essere una necessità, è responsabile almeno in parte della diffusione dell’elusione e dell’evasione fiscale) ciò che viene non è una democrazia migliore, ma non può che essere una profonda crisi del bene comune. Ci pensino tutti quei politici che credono di potere attaccare a man salva la Costituzione.
Posted on: Mon, 07 Oct 2013 06:59:27 +0000

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