DITO NELL’OCCHIO 1- LA CANCELLIERI COME GRAZIA DELEDDA. STA - TopicsExpress



          

DITO NELL’OCCHIO 1- LA CANCELLIERI COME GRAZIA DELEDDA. STA SCRIVENDO LENNESIMA LETTERA PER TENTARE DI DISCOLPARSI-Di r.d’agostino Nel suo ufficio-bunker del Quirinale ha scodellato unalettera per tentare di provare lennesima giustificazione sostenendo che leaccuse conto di lei sono assurde, ispirandosi forse a Grazia Deledda autricede La giustizia e Anime oneste. Intanto, il clima in vista del voto dimercoledì quando a Montecitorio sarà votata la mozione di sfiducia presentatadai Cinquestelle ha raggiunto temperature incandescenti. Gran parte del Pd si vuole sbarazzare della ministra,diventata ingombrante. Così Renzi manda avanti Ermini che dice ci sono casi in cui ledimissioni andrebbero date senza che nessuno le chieda. Cuperlo chiede allinquilino del Viminale diverificare con Letta se ci sono ancora le condizioniper andare avanti con serenità nel ruolo di Guardasigilli. Una sentenza dimorte per la Cancellieri. Anche a piazza in Lucina, i giudizi su Anna Mari-peluso e Ligresti i giudizi sono negativi.la Polverini la invita a fare unpasso indietro. 2. LA LETTERA DELLA CANCELLIERI, RIFIUTO OGNI SOSPETTO SU CORRETTEZZA MIO OPERATO Si sostiene che io abbia omesso di riferire circostanze rilevanti o peggio che abbia mentito al Parlamento il 5 novembre scorso - scrive la Guardasigilli -. Si sostiene che abbia riferito circostanze non vere al Pubblico Ministero che mi ha ascoltato il 22 agosto scorso a seguito della intercettazione di una mia conversazione con la compagna di Salvatore Ligresti. Mi si accusa, in sostanza, di essere venuta meno ai miei doveri di ufficio e di aver addirittura tenuto un comportamento infedele nei confronti delle Camere. Non e piu, dunque, solo questione che riguardi lopportunita di alcuni miei comportamenti o lappannamento della mia immagine. Viene, invece, messa in discussione la mia integrita morale, il mio onore e la mia fedelta alle Istituzioni. Sono, dunque, costretta a tornare di nuovo su una storia che ritenevo di aver definitivamente chiarito. Prosegue Cancellieri: Non ho mai nascosto la mia lunghissima amicizia con Antonino Ligresti. Lho riferito al Pubblico Ministero che mi ha sentito e lho detto in Parlamento lo scorso 5 Novembre. Un rapporto di amicizia e tale perche implica una frequentazione fatta anche di conversazioni e di contatti telefonici. Ho riferito al P.M. del contenuto delle conversazioni intercorse con Antonino Ligresti che hanno avuto come oggetto lo stato di salute di Giulia Ligresti. Una e del 19 agosto, laltra di due giorni dopo, del 21 agosto. La prima telefonata e stata fatta da me ma solo a seguito di diversi tentativi fatti da Antonino Ligresti di raggiungermi al telefono. La seconda conversazione e in risposta ad un ulteriore contatto proveniente da Ligresti. Di questi due contatti ho riferito puntualmente alla Procura perche questi erano quelli che avevano ad oggetto i fatti sui quali sono stata sentita. Continua Cancellieri: Basta leggere il verbale redatto dalla Procura per verificare la correttezza e la veridicita delle mie dichiarazioni. Al contrario, sono stata io a riferire il contenuto dei dialoghi con Antonino Ligresti e a spiegarne il senso. Su cosa avrei mentito appare incomprensibile. Mio marito ha avuto contatti telefonici con Antonino Ligresti. Questa sarebbe questione che mette in discussione il mio operato. Antonino Ligresti e nostro amico, lo ribadisco. E un medico; mi sono rivolta spesso a lui per consigli su problemi di salute miei e dei mie familiari. Labbiamo fatto anche in quel periodo - allepoca dei fatti ero reduce da un recente intervento chirurgico - ed anche in seguito per i problemi di salute che sono tuttora visibili e noti. Nessuna interferenza vi e stata rispetto alla vicenda processuale dei Ligresti da parte mia, credo di averlo spiegato in modo chiaro e ripetuto. Ora si ipotizza che lavrebbe fatto mio marito soltanto perche si trova in tabulato la traccia di alcune conversazioni. Rifiuto qualunque sospetto sulla correttezza del mio operato e sul rispetto delle regole come cittadina e come Ministro. 3. CANCELLIERI: DE LUCA, IL MINISTRO FAREBBE BENE A RINUNCIARE (ANSA) - Io credo che il ministro Cancellieri farebbe bene a rinunciare al suo mandato perché lepisodio è di una estrema gravità. Così il vice ministro Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno, nel corso della trasmissione Salerno città europea in onda sullemittente Lira Tv. 4. CANCELLIERI: DOTTAVIO (PD), IL MINISTRO SI DIMETTA (AGI) - Dopo le ultime rivelazioni sarebbe meglio che il ministro Cancellieri rendesse inutile la mozione di sfiducia individuale che e in programma mercoledi prossimo alla Camera. Nel modo migliore: dimettendosi. E quanto afferma il parlamentare del Pd Umberto DOttavio, aggiungendo: non penso che si possano lasciare in circolazione dubbi. Comunque martedi e convocata la riunione del Gruppo PD alla Camera e mi pronuncero in tal senso PENSIERI Nella società contemporanea plasmata da un illuminismo laicista, ateo-razionalista, che non ammette soste ed esitazioni sulla via che conduce al riscatto da quel malum mundi, che finora ha infierito sugli uomini e le loro vicende individuali e collettive, il fatto che ci siano ancora uomini portati a rimpiangere che «in luogo di piegar quella nobiltà allos¬servanza delle leggi, la si sia sradicata e distrutta» diventa unvulnus intollerabile, un sottrarsi all’ossequio per le grandi forze sociali e intellettuali che muovono la storia. Ne deriva la ‘ghettizzazione della nostalgia’, la riluttanza – sia pure all’indomani della tragica esperienza dei totalitarismi del secolo breve e la dimostrazione da loro offerta di come la strada dell’inferno sia lastricata di buone intenzioni – a riaprire una pratica già archiviata dal trascorrere inesorabile del tempo. Il risultato, però, non è stato esaltante: la censura etica e culturale della ‘nostalgia’, infatti,ha portato, in modo inavvertito, alla cancellazione di quel pluralismo conflittuale che è stato, nei secoli, il segreto della grandezza dell’Occidente. Quale pluralismo, infatti, potrebbe esserci se fosse il filtro di un intelletto astratto – il Verstand contrapposto alla Vernunft – a decidere quali valori siano tanto rispettabili e ‘avanzati’ da avere il permesso di entrata nella ‘città dell’uomo’? Il passato non evoca solo l’idea della prigione, il futuro, se n’è fatta esperienza, non evoca solo l’idea dell’emancipazione, della rottura delle catene dell’eterno ieri. E’ auspicabile che ci siano sempre uomini che ci rammentino che the World we have lost – come suona il titolo del noto saggio di Peter Laslett – era un carcere per gli spiriti liberi e che i privilegi e le ‘servitù’ non sono un destino (“sapere aude”) ma è altrettanto auspicabile che altri uomini – i ‘nostalgici’ – ci ricordino che quella prigione aveva pure aspetti e momenti confortevoli e che ogni volta che si spezzano delle catene ne sopraggiungono altre giacché il ‘potere’ è un destino e le forme nuove che può rivestire possono essere più facilmente percepite da quanti hanno perso la partita che non da quanti salgono sul podio dei vincitori. Non a caso un grande pensatore contemporaneo, Robert Spaemann, ha potuto scrivere che la sociologia nasce dallo spirito della Restaurazione. Oggi,siamo tutti inclini ad attribuire populisticamente tutte le colpe alla politica o, meglio, ai cattivi politici, che pure non ne sono esenti, e non ci accorgiamo che ci stiamo scavando noi stessi la fossa sotto i piedi, non solo votando certi personaggi, ma ispirandone culturalmente e politicamente la cattiva politica. La «democrazia dei partiti» - col suo carico di progressismo immaginario, di costruttivismo, di vocazione autoritaria e totalitaria, di illiberalismo - non è peggiore del Paese. È il Paese che si porta appresso tutte le tare della sua storia: dalla divisione fra Guelfi e Ghibellini, che è adesso quella fra berlusconiani e antiberlusconiani, alla (mancata) Riforma protestante e alla diffusione della doppia morale (cattolica e controriformista); dal trasformismo, che aveva decretato, nel 1876, la morte della Destra storica (e cavouriana) e creato le premesse del fascismo, al fascismo stesso e, da questo, all’antifascismo; dalla fine del comunismo, come filosofia della storia, alla sopravvivenza dei comunisti come protagonisti della nostra realtà quotidiana: sul filo del trasformismo, hanno cambiato nome, ma non la vocazione collettivista, dirigista e statalista, che ci ha portato, con l’eccesso di spesa pubblica, sull’orlo della bancarotta. Un Paese allo sfascio. Un Paese, , che non sa risollevarsi, e non ci prova neppure, perché la sua crisi, politica, economica, civile, è culturale; a sua volta, il prodotto di una scuola passatista e antimodernista, ancora governata dai reduci del gramscismo e dal cosiddetto cattolicesimo democratico, parodia solidaristica, confessionale, parimenti velleitaria e fondamentalmente totalitaria, dell’egualitarismo comunista. Chi denuncia questo stato di cose, e il fatto che Berlusconi abbia tradito le sue stesse promesse di cambiarle, è condannato, con un salto logico che è una contraddizione in termini, come berlusconiano. In tali condizioni, non si vede come se ne possa uscire, si capisce perché tanti giovani preferiscano emigrare che crescere in Italia e molti talenti non pensino affatto di tornarci dopo essersene andati. Ogni sistema parlamentare liberale, basato sul pluripartitismo, la competizione, è la quintessenza della«compravendita» del voto. Un mercato del consenso, sempre più falsato da sistemi elettorali maggioritari che vengono fatti passare come razionalizzanti il voto, quandolo scopo recondito è quello di coartare le scelte dell’elettorato in modo da dirottarle verso il centro-sinistra dello scenario politico. Luogo notoriamente presidiato dai cosiddetti «moderati-intelettuali,depositari del verbo e della sapienza», di norma esponenti dei ceti sociali medio-alti. Una sorta di canalizzazione della volontà popolare, che permette ai ceti dominanti di restare al potere, arginando la rappresentanza di chi potrebbe andare a destabilizzare il sistema. I restanti sistemi, di solito di tendenza liberal-socialista, progressista o semplicemente centrista, vengono racchiusi nel campo delle dittature, o peggio ancora del totalitarismo. La democrazia parlamentare è il miglior involucro per il capitalismo. Quello toccato da Lenin il tasto giusto per capire come dentro il guscio liberale vi sia il capitalismo con tutte le sue contraddizioni irrisolte: disuguaglianze crescenti, esclusione sociale, sfruttamento del lavoro,imbarbarimento dei ceti medio-bassi,alienazione,mancanza di competitività , cancellazione del compromesso keynesiano e il definitivo smantellamento del welfare state. E’ il capitalismo liberato dalla cosiddetta concorrenza di sistema abbia potuto dare libero sfogo ai suoi istinti peggiori. Il regime liberale, proclamato democratico tout court, si risolve in una architettura istituzionale congegnata appositamente per celare dietro le sbandierate libertà , un potere in realtà oligarchico, dominato da potenti lobby, imprese economiche e media, di segno fortemente classista. Questo sistema politico è una postdemocrazia,formalmente regolata da norme democratiche che vengono svuotate dalla prassi politica. E’ ilo golpe delle caste condotto da gruppi rivali di professionisti esperti nelle tecniche di persuasione e si esercita su un numero ristretto di questioni selezionate da questi gruppi. La massa dei cittadini svolge un ruolo passivo, acquiescente, perfino apatico, limitandosi a reagire ai segnali che riceve. A parte lo spettacolo della lotta elettorale, la politica viene decisa in privato dall’integrazione tra i governi eletti e le elite che rappresentano esclusivamente interessi economici. INTERNI CASTA di Ferruccio Pinotti e Stefano Santachiara per il Fatto Quotidiano Ugo Sposetti, il tesoriere dei Ds, sotto il baffetto ironico è una sfinge impenetrabile, come le mura etrusche che proteggono il borgo viterbese in cui nasce politicamente. Originario di Tolentino, dovè nato nel 1947, Sposetti si trasferisce presto con la famiglia a Bassano in Teverina, 1.200 abitanti, in campagna, a 20 chilometri dal capoluogo. Il padre lavora come ruspista nei cantieri stradali, i fratelli terminano gli studi alluniversità, Ugo, evidentemente destinato alla politica, si ferma al diploma di perito tecnico industriale. Nel 1969 vince il concorso delle Fs e per sette anni lavora nella stazione di Orte. Ben presto però la vera passione avrà il sopravvento. Per chi sente i valori comunisti la zona è lideale: nella frazione Frattocchie del Comune di Marino, immersa nel verde dei Castelli Romani, cè la scuola del partito. In una villa liberty con piscina e parco si formano dagli Anni 50 i futuri dirigenti del Pci grazie a professori quali Renzo de Felice, Alberto Caracciolo, Giuseppe Chiarante, Enrico Berlinguer. In qualità di tesoriere dei Ds sarà proprio Sposetti, alla vigilia della fusione con la Margherita e 16 anni dopo la chiusura della scuola nel 1991, a mettere in vendita il complesso immobiliare per ridurre i debiti del partito. Nel 1971 il Partito comunista affida a Sposetti e alla futura moglie Angela Giovagnoli, poco piu che ventenni, le redini della federazione di Viterbo. La città è da sempre autonomista e conservatrice, con una presenza significativa di postfascisti e punte di nostalgia monarchica tra le famiglie eredi di nobili e latifondisti. Risulta forte anche linfluenza della Chiesa, che qui ospitò i papi dal 1261 al 1281 prima della fuga ad Avignone. (...) A casa Sposetti è la consorte, Angela Giovagnoli, a candidarsi per prima in Parlamento nel 1976, anno che vede lelezione del marito a segretario della federazione di Viterbo. La deputata Giovagnoli si occupa di vari settori, dalla scuola alla sanità, dagli asili alla lotta antinuclearista che blocca la centrale atomica a Montalto. Dalladdio parlamentare, nel 1987, percepisce un assegno vitalizio netto di 4.277 euro e moltiplica limpegno nel volontariato, nel consiglio direttivo dellassociazione viterbese per la cremazione. Nel frattempo il marito scala le vette della Provincia, diventando nel 1978 presidente della giunta rossa che due anni prima, con lavvocato Marcello Polacchi, era subentrata al presidente democristiano Claudio Bevignani. È il periodo di costante ascesa del Pci, eccetto lo stop alle Amministrative del 14 maggio, sei giorni dopo il ritrovamento del cadavere del presidente Dc Aldo Moro, ucciso dalle BR. Alla Provincia di Viterbo il centrosinistra si conferma nel 1983 col nuovo presidente Antonio Delle Monache. Sposetti si accomoda nella posizione di vice e alla guida del Centro Merci Spa, una delle prime società italiane a capitale misto (56% pubblico, 44 privato) sorta per realizzare lInterporto di Orte, snodo per trasporto su gomma e rotaia. Il progetto, finanziato da ministero delle Infrastrutture e Regione, intende favorire lo scambio delle merci tra Perugia, Terni e Roma, anche in considerazione del progetto della Ferrovia dei due mari tra Civitavecchia e Civitanova. Entrambi i progetti abortiscono. Assegnati gli appalti solo nel 2004, i lavori dellInterporto proseguono a singhiozzo: i capannoni per le merci, il raddoppio del ponte con strada a fianco della ferrovia e gli uffici non sono ancora terminati. Sposetti non sarà mai coinvolto in inchieste della magistratura, nemmeno negli scandali che travolgono la Provincia di Viterbo. Nel novembre del 1991, prima che a Milano divampi Tangentopoli, una soffiata anonima alla Procura laziale segnala il pagamento di mazzette pari al 10% degli incassi della discarica di Tarquinia per i rifiuti viterbesi. Linchiesta decapita i maggiorenti del Psi locale, che governa col Pentapartito. Nel 1991 vengono a galla altre vicende senza rilievo penale su sprechi delle amministrazioni provinciali che portano la Corte dei conti a condannare i presidenti Sposetti e Delle Monache per lappalto dei lavori per la costruzione delle piscine di Capranica e Valentano, affidato alla azienda Cogiva di Caprarola nel dicembre del 1980. La ditta aveva incamerato il denaro senza terminare i lavori ed era in seguito fallita, ma il ritardo della delibera di recessione dal contratto aveva impedito alla Provincia di inserirsi nella procedura di fallimento. Il baffetto viterbese nel frattempo ha assunto un ruolo fondamentale in Parlamento dopo la prima elezione al Senato nel 1987, anno che segna una sorta di staffetta familiare con il pensionamento della moglie deputata. Sposetti è un punto di riferimento per i compagni della segreteria e in aula come membro delle Commissioni bilancio e vigilanza sul debito pubblico, che cresce a dismisura con Dc e Psi. Nel 1995 ripiega in provincia, dopo essere stato eletto e poi riconfermato sindaco di Bassano in Teverina. Contemporaneamente Sposetti studia presso un professore deccezione, il ministro delle Finanze Vincenzo Visco, che lo inserisce dal 1996 al 2001 nella segreteria tecnica. Finito il rodaggio, il neosegretario dei Ds Piero Fassino nomina il sindaco di Bassano responsabile della tesoreria del partito. Nella sua nuova veste Sposetti si impegna subito per lapprovazione, arrivata nel 2002, del-laumento del rimborso elettorale ai partiti, per contrastare lo strapotere di Berlusconi: Forza Italia spendeva liradiddio, comprava tutti gli spazi, non cera più partita. Eravamo una democrazia sudamericana, non europea. Ho convinto i tesorieri di Forza Italia e Lega (...). Dallapprovazione di quella legge in poi abbiamo vinto sempre fino al 2008. (...) Ha cambiato la partita. Ha sottratto il potere ai miliardari e ai poteri forti. ECONOMIA Di Carlotta Scozzari La Borsa di Milano chiude allinsegna della debolezza, appesantita dallandamento delle banche e in controtendenza rispetto allEuropa, con lindice Ftse Mib in calo dello 0,39% a 18.687,19 punti. In forte discesa, allinterno del paniere principale di Piazza Affari, gli istituti di credito e in particolare la Popolare di Milano (-2,57%), che continua a scontare lincertezza sul futuro e sulla governance anche alla luce delle recenti dimissioni del consiglio di gestione. In deciso calo, poi, Mps (-2,58%), il giorno dopo lannuncio dei conti dei nove mesi, così come Intesa Sanpaolo e Unicredit, che hanno ceduto rispettivamente il 2,19% e l1,25 per cento. Tra i titoli del comparto industriale, flessione di oltre il 2% sia per Buzzi Unicem (-2,29%) sia per Pirelli (-2,35%), che ha risentito del giudizio degli analisti di Bank of America Merrill Lynch. Questi ultimi hanno tagliato la raccomandazione sulle azioni della Bicocca portandola da buy (acquistare) a neutral (neutrale) anche in considerazione della recente corsa del titolo in Borsa. Seduta tutto sommato tranquilla per Telecom Italia, che ha guadagnato lo 0,45% il primo giorno di Borsa utile dopo il declassamento di Standard & Poors al livello di junk (spazzatura). Tra i migliori titoli del giorno, si è messa in luce Ferragamo, balzata del 6,35% dopo conti trimestrali superiori alle attese annunciati il giorno prima a mercato chiuso. Tra le migliori performance del Ftse Mib da segnalare anche Mediolanum, che ha guadagnato quasi il 3% nel giorno in cui il numero uno Ennio Doris ha ribadito che la società del risparmio gestito e amministrato è intenzionata a rimanere azionista di lungo termine di Mediobanca (+0,33 per cento). Sempre allinterno del paniere principale, sono proseguiti i rialzi di Ansaldo Sts (+2,19%) e di Fondiaria-Sai (+2,32 per cento). Soprattutto, però, fuori dal Ftse Mib, ha corso la controllante di Fonsai, Premafin, che ha chiuso la seduta di venerdì in progresso di quasi il 10 per cento. 1. CARIGE: LA BELGA AGEAS GUARDA ALLA COMPAGNIA DANNI DELLA BANCA Radiocor - Ageas studia il doppio colpo in Italia nel settore assicurativo. Oltre allinteresse per gli asset messi in vendita da Unipol-Fonsai, secondo quanto risulta a Radiocor, il gruppo belga si sta facendo avanti anche per una delle due compagnie di Carige confermando cosi unattenzione ad ampio raggio sul mercato italiano. I contatti avviati nelle scorse settimane riguardano, in particolare, Carige Assicurazioni, cioe il ramo danni delle attivita assicurative genovesi, che dalle ultime affermazioni pubbliche del management sembra avere molte piu chance di cessione rispetto a Carige Vita Nuova. La trattativa Ageas-Carige e ancora allo stadio preliminare, tante che i belgi valuteranno a breve lingresso in data room: le prossime settimane diranno se i contatti approderanno a qualcosa di concreto. Scarso, invece, linteresse di eventuali pretendenti per le attivita Vita dellistituto genovese ritenute meno attraenti in questa fase nonostante poggino su un conto economico piu solido sia nellesercizio 2012 (45,5 milioni di utile) sia nei primi nove mesi 2013 (9,4 milioni di utile). 2. LETTA: A UE DICIAMO CONTI GIUSTI, CON MANOVRA SIAMO DENTRO REGOLE Radiocor - Alla Commissione Ue dico che abbiamo fatto i conti giusti: la manovra fara stare lItalia dentro le regole. Cosi il presidente del Consiglio, Enrico Letta, a proposito dei rilievi Ue alla legge di stabilita, in videocollegamento con un convegno a Fabriano per i 50 anni della Fondazione Merloni. E rispetto alla Commissione, che chiede piu rigore, Letta difende la strada che abbiamo scelto, con una giusta tenuta dei conti, perche troppo rigore finirebbe per soffocare la ripresa. 3. AUTO: PROMOTOR, NASCE MILANO AUTO SHOW, SI TERRA DALL11 AL 21 DICEMBRE 2014 Radiocor - Si terra dall11 al 21 dicembre 2014 il nuovo Salone dellAutomobile che avra luogo alla Fiera di Milano Rho e si chiamera Milano Auto Show. Lo ha annunciato Alfredo Cazzola, presidente di Promotor in occasione della presentazione del nuovo Salone, assieme ad Enrico Pazzali, a.d. di Fiera Milano. Cazzola ha affermato: Abbiamo la grande ambizione di fare il Salone piu bello del mondo, piu trendy e divertente per far fronte a tutte le aspettative che ruotano da sempre intorno a questo magico prodotto che e lautomobile, aggiungendo che questo paese non si puo permettere piu di un Salone allanno. 4. FATA (FINMECCANICA): AGGIUDICATO CONTRATTO NEGLI EMIRATI ARABI UNITI DA 70 MLN USD Finanza -Fata Epc, divisione di Fata (Gruppo Finmeccanica) si è aggiudicata un contratto Epc (Engineering, procurement and construction, ingegneria, approvvigionamento e costruzione) per la costruzione e messa in funzione di uno stabilimento per la produzione di acido cloridrico e soda caustica negli Emirati Arabi Uniti. Il contratto è stato assegnato da Union Chlorine, una joint venture tra Oman Chlorine e Horizon Energy, in sinergia con due investitori esterni. Il valore complessivo del progetto è pari a 70 milioni di dollari 5. SI DIMETTE IL VICE DELLA FONDAZIONE MPS (ASCA) - Giorgio Olivato, membro della Deputazione Amministratrice e vicepresidente di Fondazione Monte dei Paschi, ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico. Lo annuncia la stessa Fondazione spiegando che la Deputazione Generale, nella riunione prevista per martedi 19 novembre, ha allordine del giorno la nomina del sostituto. 6. BPM: GIARDA, AL LAVORO SU CANDIDATURA, DECISIONE ENTRO LUNEDI Radiocor - Sono in procinto di incontrare tra oggi e domani una pluralita di stakeolder della Banca Popolare di Milano, che sarebbero poi le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria, per costruire un consenso ampio sullipotesi di presentare una lista con la mia candidatura. Cosi Piero Giarda, intercettato a Milano nei pressi dellUniversita Cattolica, in merito alla prospettiva di una sua candidatura alla presidenza del consiglio di sorveglianza della Bpm. Mi prendero poi domenica per meditare - ha aggiunto - e al massimo entro lunedi sciogliero la riserva. 7. BANCHE: VISCO RASSICURA SU ESAMI BCE, ITALIANE MEGLIO DI ALTRE Radiocor - Le banche italiane possono affrontare senza patemi gli esami Bce in vista della Vigilanza unica perche sono messe meglio rispetto a molte concorrenti delleurozona. Questa, secondo quanto risulta a Radiocor, e la sintesi del messaggio dato dal Governatore della Banca dItalia, Ignazio Visco, ai nove banchieri di istituti medio grandi ricevuti oggi a Palazzo Koch, in vista dellincontro a Francoforte con il presidente Bce Mario Draghi in calendario il prossimo 25 novembre. Lincontro ha ricalcato negli argomenti quello con le cinque grandi banche svoltosi la scorsa settimana: i rischi per la stabilita finanziaria e il percorso di avvicinamento alla Vigilanza Unica che riguardera quindici banche italiane: le cinque grandi e i nove istituti convocati oggi (Carige, Bpm, Bper, Pop.Vicenza, Credem, Popolare Sondrio, Iccrea Holding, Veneto Banca e Creval). Da parte di Visco una raccomandazione particolare sulla liquidita. Le banche italiane devono aumentare le dotazioni di collaterale in vista della scadenza delle Ltro della Bce. Per fare questo, riferisce una fonte presente allincontro, si dovranno adegua re i contratti sui crediti alle pmi in modo da renderli accettabili in Bce come collaterale per la liquidita. Dallincontro con il Governatore Visco e i vicedirettori generali Fabio Panetta e Valeria Sannucci, i banchieri sono usciti con la consapevolezza che i loro istituti sono pronti a sostenere gli esami Bce anche per lazione anticipata della Vigilanza di via Nazionale che nei mesi scorsi ha spinto per un rafforzamento dei punti di debolezza. E il caso dei tassi di copertura sui crediti deteriorati, fatti alzare nei mesi scorsi a buona parte del sistema. Riguardo alla definizione dei criteri per la valutazione della Bce, dallincontro e emerso che saranno definiti nei dettaglio dopo il ciclo di incontri con le 128 banche europee che passeranno sotto la vigilanza di Francoforte. I banchieri europei (convocati per gruppi di paesi in tre diverse giornate, la prima si e gia svolta mercoledi scorso) daranno a Draghi e agli altri esponenti dello steering committee, il comitato guida, una serie di valutazioni di cui si terra conto. Un quesito s u cui si e concentrata in particolare lattenzione dei nove banchieri italiani, accompagnati dal direttore generale dellAbi Giovanni Sabatini, e stato quello delleventuale valutazione dei profili di governance delle banche nella valutazione comprensiva della Bce che prevede anche unanalisi della qualita degli attivi (Aqr). Una banca deve essere correttamente governata e la risposta data dai vertici di via Nazionale che non hanno dovuto fare esempi: erano ben chiari a tutti. 8. INFRASTRUTTURE: PODESTA PENSA AL COLPO A SORPRESA PER NON PERDERE TEM Radiocor - Guido Podesta pensa a una mossa in extremis per non perdere il controllo della Tangenziale esterna di Milano (Tem), unopera da 1,7 miliardi che dovrebbe entrare in funzione dalla prossima estate. Attualmente le societa controllate dalla Provincia di Milano (Milano Serravalle e Asam) hanno in mano il 54% di Tem, la holding a cui fa capo la quota di controllo della nuova concessionaria autostradale. Tem, tuttavia, e chiamata a un aumento di capitale da circa 100 milioni per finanziare i cantieri, unoperazione da cui la Provincia di Milano si era defilata per mancanza di fondi, con il tandem Gavio-Intesa Sanpaolo candidato a sottoscrivere linoptato. Per non diluirsi, secondo quanto risulta a Radiocor, Podesta starebbe tuttavia vagliando un piano alternativo: disertare lassemblea straordinaria Tem di martedi prossimo, che tirera le fila sullaumento e sullinoptato, con leffetto di ritardare di un mese la chiusura delleventuale ricapitali zzazione. Cosi facendo, nel caso Asam riuscisse a vendere il 53% della Serravalle (lattuale bando scadra il 6 dicembre) potrebbe sottoscrivere la quota di propria competenza dellaumento Tem. Un progetto alternativo che desta comunque molte perplessita tra gli addetti ai lavori visto che la ricapitalizzazione della Tangenziale ha tempi molto stretti. Entro fine anno, infatti, va chiuso il cerchio sia sullequity che sul debito (per complessivi 1,4 miliardi) pena la perdita del contributo di Stato da 330 milioni. ESTERI SIRIA da LIBERO di Carlo Panella dal titolo Sulla Siria scende il silenzio. E Assad vince. In Siria si muore come e più di prima, gli elicotteri di Beshar al Assad continuano a mitragliare la folla, donne e bambini inclusi. Una sola cosa è cambiata rispetto agli ultimi infernali due anni: le truppe del dittatore siriano, grazie all’apporto determinante di decine di migliaia di pasdaran iraniani e di miliziani di Hezbollah, avanzano. Ma questa notizia non si trova sui giornali. Né si trovano più le proteste contro questi nuovi massacri da parte di Barack Obama e dei leader europei. Al loro posto trafiletti che certificano che procede il disinnesco dell’arsenale chimico del regime e vaghi cenni alla possibilità che si tenga una nuova conferenza di pace, denominata Ginevra 2 (difficile da tenersi, perché i ribelli chiedono la promessa di dimissioni di un Assad che non le darà mai). È questo il risultato delle scelte sciagurate di Obama che si è concentrato solo contro l’impiego di armi chimiche, non sulla repressione più feroce che si sia mai vista da decenni sulle sponde del Mediterraneo, permettendo così ad Assad la facile contromossa: disarmo chimico in cambio del silenzio sull’escalation con armi convenzionali. SILENZIO AMERICANO Ma non basta, il silenzio americano ed europeo sul «lato oscuro della forza» che continua ad operare in Siria, concerne anche il massiccio intervento militare di Iran ed Hezbollah che ha ribaltato le sorti della guerra a favore del regime. Il 6 novembre l’agenzia di stampa iraniana Mehr ha dato notizia della morte in Siria del generale iraniano Mohammad Jamali Paghal’e, braccio destro del generale Ghassem Suleimani, capo delle Forze di al Qods, che comanda il corpo di spedizione iraniano in Siria. Segno inequivocabile dell’impegno determinante delle «Brigate Internazionali sciite» a favore del regime di Damasco. Ma Obama non denuncia questo scandaloso intervento militare iraniano in Siria, solo per non pregiudicare le trattative con Teheran sul nucleare. È chiaro infatti che se prendesse atto diquesto intervento militare, crollerebbe quell’immagine di affidabili «cercatori di pace» che invece attribuisce al presidente Rohani e la verità verrebbe a galla. Rohani, con altro linguaggio e altra intelligenza politica persegue in realtà una politica aggressiva straordinariamente simile a quella dell’oltranzista Ahamadinejad, l’ex presidente. Questa complicità oggettiva dell’Occidente con Beshar al Assad, frutto di strategie sbagliate e di un «indecisionismo » raramente visto alla Casa Bianca, ha pesanti conseguenze sul terreno. Le truppe di Assad stringono da 5 giorni d’as - sedio i quartieri di Aleppo inmano ai ribelli, che paiono in difficoltà anche nella periferia di Damasco. Nei giorni scorsi i lealisti hanno conquistato i villaggi ai ribelli di Hajira, al Sabina e al Ghazal. ASSAD IN VANTAGGIO L’Arabia Saudita cerca di riparare a questi arretramenti intensificando i suoi finanziamenti ai ribelli rifornendoli di armi e viveri. Ma pare che questo non sia sufficiente e che gli equilibri militari nel Paese siano ormai a crescente vantaggio di Assad. Non solo, il fronte dell’opposizione che già era pesantemente diviso tra i ribelli della Free SyrianArmy ei miliziani filo AlQaedadi alNusra (che si sono spesso combattuti), si è ulteriormente frantumato a nord, nel Kurdistan. Grazie infatti all’appoggio dei curdi iracheni, il Pyd, il partito autonomista curdo-siriano, è riuscito sostanzialmente a liberare tutta la sua regione dopo feroci scontri con le truppe del regime, ma anche con i miliziani qaidisti, persi da questi ultimi. Ma subito si è creata una clamorosa la rottura tra il Pyd e il Consiglio Nazionale Siriano (Cns), la più grande organizzazione politica dei ribelli. Il Cns contesta la proclamazione di autonomia del Kurdistan iracheno dichiarata, armi alla mano, dal Pyd perché questa mette a disposizione dei soli kurdi la non piccola risorsa economica del petrolio estratto, appunto, in quella regione. Un quadro con più ombre che luce, una situazione sempre più deteriorata, una Siria sempre più lacerata. Ma Obama e l’Occidente guardano dall’altra parte. CHIESA BANKEIOR-TUTTI LEGATI ALLO IOR: SAN PAOLO, JP MORGAN, SANTANDER, BRACLAYS, DEUTSCHE. E LA COMMISSIONE TRILATERALE - lo Ior non ha accesso diretto ai circuiti finanziari internazionali. Indirettamente, però, opera eccome. Per muoversi in Europa si avvale di due grandi banche, una tedesca e una italiana. Non è dato ufficialmente sapere quali siano, ma pare certo stiamo parlando di Banca Intesa, della quale lo Ior possedeva il 3,37%, e di Deutsche Bank(presso cui lo Ior ha un conto intestato). Nessuno, ovviamente, conferma con certezza. È indubbio, però, che dal canto loro le banche hanno tutto l’interesse di commerciare con il Vaticano. Non solo. Il mese scorso il quotidiano britannico Guardian si è messo sulle tracce del tesoretto vaticano inglese. Quanto scoperto è inquietante. I tanti immobili londinesi del Vaticano sono intestati alla società British Grolux Ltd, che il Vaticano fondò prima della seconda guerra mondiale. Nel tempo però il legame è divenuto opaco e mantenuto nell’ombra. E nemmeno il registro ufficiale del catasto di Londra chiarisce il nome del proprietario. Secondo il giornale britannico, però, oggi le azioni dellaBritish Grolux ricondurrebbero a due banchieri cattolici: John Varley, chief executive di Barclays, e Robin Herbert, dellaButterfield Bank. Piccolo particolare: quest’ultima banca è quotata alla Borsa delle Isole Cayman e alle Bermuda. Ancora una volta, insomma, spunta il paradiso fiscale sotto diretto controllo del Vaticano. Ma non è finita qui: quote dellaGrolux, infatti, portano dritte dritte oltre oceano, in America. E dove precisamente? Alla Jp Morgan. Ancora. Tra le banche legate a doppio filo allo Ior, però, spuntano anche altri due colossi, la già ricordata Deutsche Bank e il Banco Santander di Emilio Botin ( vicino all’Opus Dei). Basti pensare che nel consiglio di sovrintendenza della banca vaticana spiccano i nomi di Ronaldo Hermann Shmitz (attuale presidente, in sostituzione di Gotti Tedeschi) e di Manuel Soto Serrano. Il primo ex amministratore delegato della banca tedesca e, peraltro, attuale esponente di spicco dellaCommissione Trilaterale; il secondo vicepresidente della banca spagnola. Una delle conseguenze prevedibili della crisi è quella di facilitare la diffusione del pensiero della destra reazionaria su larga scala. Ormai da diversi anni si diffondono teorie complottiste che, fino a qualche anno fa, erano patrimonio solo di gruppi isolati e paranoici, di piccoli siti internet e appunto di estremisti di destra. Al contrario si assiste a un silenzio sulle analisi della crisi e sulle strategie per uscirne. Si può notare che ogni grande trasformazione storica e ogni grande crisi sono state accompagnate da teorie cospirative, in genere raccontate dalla parte più reazionaria della società, cioè da quella parte che “resisteva” e non accettava il cambiamento. Per portare alcuni esempi si possono citare le opere di Augustin Barruel (gesuita, feroce contro-rivoluzionario e anti-illuminista che nelle Mémoires pour servir à lhistoire du jacobinisme attribuiva la rivoluzione a un complotto di atei, massoni, illuminati e protestanti contro la chiesa e la corona), i Protocolli dei Savi di Sion (progetto degli ebrei per soppiantare la società tradizionale e la sua morale con la modernità, attraverso il controllo dei media e della finanza), o gli attacchi di Hitler e Mussolini(4) contro il complotto demo-pluto-giudaico massonico (che attraverso la finzione di una democrazia in realtà controllata da una élite di ebrei e massoni aveva lo scopo di indebolire lo spirito nazionale e assoggettare e imbrigliare la potenza di Germania e Italia). Le teorie complottiste sembrano non aver perso niente tanto del razzismo quanto dello spirito di reazione alla modernità che caratterizzava le passate teorie cospirative. Queste caratteristiche però vengono per il momento celate, lasciando al lettore il compito di arrivare alle debite conclusioni. Nessuno, o pochi, infatti attribuiscono agli ebrei la causa della crisi; però è facile notare che in tutte le liste di nomi degli appartenenti alle cospirazioni vi sia un’abbondanza di nomi di chiara origine ebraica. Ma quali sono le caratteristiche comuni a tutti i racconti cospirativi? Innanzitutto il presunto complotto è già in opera ed è diretto contro il “popolo”, con un generico noi indifferenziato (quindi dividendo nettamente tra una piccola minoranza cospirativa e la grande maggioranza indistinta, vittima di tale macchinazione). La cospirazione viene elaborata in piccoli circoli ristretti, segretissimi e impenetrabili, da parte di un numero ristretto di persone potentissime che hanno a disposizione mezzi finanziari e organizzativi di una dimensione tale da realizzare qualsiasi progetto (quando anche non ne vengono fatti i nomi espliciti, questo ragionamento porta alla conclusione che qualsiasi uomo potente, sia esso politico o dell’economia, faccia parte, condivida e attui tale piano). Visto che il progetto va contro gli interessi generali e di ciascuno, i cospiratori devono restare anonimi, così come l’esistenza stessa dell’organizzazione, dei suoi fini e del suo progetto. Questo quindi prevede un controllo totale dell’informazione, per nascondere le informazioni e per indirizzare, attraverso un’informazione distorta, le vicende verso gli esiti da loro desiderati. A questo scopo sono necessari grandi mezzi, sia per attuare il piano, sia per cooptare chi ne venga a conoscenza e pensi di opporvisi, sia per eliminarlo. In sostanza è una teoria totalitaria, omnicomprensiva e omniesplicativa. Tutto rientra nella cospirazione e la realtà risulta completamente pianificata e senza possibilità di fuga. Gli scopi reazionari della propagazione di teorie complottiste Davanti a questo genere di racconti ci sarebbe da sorridere, se non fosse che la loro diffusione li renda sempre più pericolosi. Fa di certo sorridere che di queste associazioni “segretissime” vengano pubblicati su internet i partecipanti, gli obiettivi e le strategie per perseguirli(5). Purtroppo non siamo stati così fortunati quando si è trattato di avere le stesse informazioni sulle tante stragi perpetrate in Italia, dalla Strage di Bologna a Piazza Fontana. E quanto c’è voluto per ottenere (parzialmente) i nomi degli aderenti alla P2!Ma qual’è il vero scopo delle teorie cospirazioniste? E quali idee veicolano queste avvincenti narrazioni? La prima caratteristica è la personalizzazione. La situazione reale nella quale viviamo, in genere insoddisfacente o in via di peggioramento, sarebbe l’effetto delle decisioni prese da una o più persone. Le conseguenze sono due. Innanzitutto la democrazia è, come sostenevano fascisti e nazisti nell 900 una farsa dietro cui si nascondono i complottisti. Poiché i politici tanto di destra che di sinistra appartengono al gruppo complottista, le contrapposizioni elettorali non sono altro che una bella recita per ingannare il popolo: alla fine l’unico piano che sarà attuato sarà quello dei complottisti. Quindi una soluzione del problema passa per l’eliminazione della farsa democratica. La seconda conseguenza è che se un gruppo di persone è la causa dell’attuale situazione, basta l’eliminazione di questo gruppo di persone per ristabilire una situazione normale e per sconfiggere la cospirazione. Ma questo,nell’ipotesi peggiore, rimanda al terrorismo, una pratica che ha portato solo danni al movimento operaio. La seconda caratteristica è quella di riunire tutti dietro a un indistinto “noi”. Le vittime del complotto comprendono tutti, esclusi i complottisti. Senza alcuna differenza, fanno le spese del complotto l’operaio e l’impiegato quanto il padrone o il padroncino, sindacati e imprenditori. Le differenze sociali e di classe vengono eliminate e tutti devono riunirsi per contrastare il complotto che colpisce “tutti”. Senza dubbio, a trarre maggiore giovamento da questa visione corporativista non può essere che il capitale. 1)bildeberg dal nome dell’hotel dove si svolse la prima cospirazione ai danni delle banche europee 2) La Trilateral è un’organizzazione fondata negli anni ‘70 da Rockfeller e da Kissinger per lo studio e la cooperazione trilaterale tra Europa, Usa e Giappone. 3) Questa “teoria” sostiene che il mondo è controllato dalle banche, che hanno la possibilità di stampare moneta gratuitamente e di prestarla dietro interesse. Attraverso questi debiti ottengono il controllo del mondo e dei destini dei popoli, appropriandosi del patrimonio di questi, tutte le volte che questi non riescono a ripagare il debito. In particolare si mette sotto accusa la Banca Centrale, che ha appunto la possibilità di stampare moneta. Appare evidente che questa sia la trasposizione in chiave moderna e a livello macroeconomico dell’accusa nazista contro gli ebrei colpevoli di affamare attraverso l’usura il popolo tedesco. 4)“Se Pietrogrado non cade, se Denikin segna il passo gli è che cosí vogliono i grandi banchieri ebraici di Londra e di New York, legati da vincoli di razza con gli ebrei che a Mosca come a Budapest si prendono una rivincita contro la razza ariana, che li ha condannati alla dispersione per tanti secoli. In Russia vi è lottanta per cento dei dirigenti dei soviet che sono ebrei... La finanza mondiale è in mano degli ebrei. Chi possiede le casseforti dei popoli, dirige la loro politica. Dietro i fantocci di Parigi, sono i Rothschild, i Warburg, gli Schiff, i Guggenheim, i quali hanno lo stesso sangue dei dominatori di Pietrogrado e di Budapest. La razza non tradisce la razza. Il bolscevismo è difeso dalla plutocrazia internazionale. Questa è la verità sostanziale. La plutocrazia internazionale è controllata e dominata dagli ebrei” , Benito Mussolini, Il Popolo d’Italia, 19 Giugno 1919 5) Come esempio significativo propongo questo articolo apparso su un sito di analisi finanziaria. Il testo cita sia i partecipanti ufficiosi (ma l’associazione non era segreta? E se ne conoscono date e luoghi degli incontri e pure i partecipanti?) sia gli obiettivi : “A Saint Moritz si e parlato […] del prolungamento artificioso della crisi allo scopo di indebolire le economie nazionali. Una delle colpe maggiori del continente e avere 400 milioni di persone che vivono con standard di vita troppo alti e costosi per lo stato (vedi sistema di sussistenza e servizi sociali). Per annullare tali privilegi, lidea e scatenare un caos gestito che sarebbe utile non solo per screditare i politici, ma listituzione della statualita come tale, che la plutocrazia considera il suo nemico principale. […] Gli obiettivi principali per scardinare i tre pilastri sono: 1) minare le economie nazionali, 2) provocare la rottura dellUnione Europea e 3) scatenare un caos gestito esportando le rivoluzioni, i flussi migratori di rifugiati musulmani e la dipendenza da sostanze stupafecenti.” wallstreetitalia/article/1192028/top-secret/il-club-dei-potenti-di-bilderberg-vuole-liquidare-l-europa.aspx il riferimento all’invasione islamica, così come all’idea di diffondere a livello generalizzato la dipendenza da sostanze stupefacenti riportano parole e temi da sempre utilizzate dalla destra reazionaria e neo-fascista. STORIA MAQUALE“RISORGIMENTO”!? La rivoluzione francese del 1789 fu un avvenimento violento e sanguinario senza precedenti, venne causata, oltre che dalle dissipazioni del Re Luigi XVI, della sua Corte e della burocrazia statale, dall’enorme debito per le ingenti spese di guerra contratto con i grandi banchieri (i Rothschild tra questi) i quali, infatti, la istigarono assieme alle elites “Illuministe” di nobili e borghesi, bramosi di nuovi poteri e rendite.Lo storico accademico di Francia, Pierre Chaunu, la defini’ une vera “peste nera” europea. Vedi sua intervista su: mariadinazareth.it/Martiri/martiri%20in%20vandea2.htm Il periodo del Terrore francese fu la fucina della nuova classe dirigente giacobina ed i valori neo-liberali furono imposti ovunque sulla punta delle baionette con drastici cambiamenti degli assetti, politici, religiosi, economici e territoriali in tutta Europa.Alfiere di tale cambiamento, il generale massone Napoleone Bonaparte, invase e distrusse proditoriamente con false motivazioni antichi Stati (come la millenaria Repubblica Veneta) e ne creo’ di nuovi (come il Regno d’Italia), sul modello centralista francese e di stampo nepotista, sconvolgendo vita, tradizioni e commerci del tempo, facendo pagare lacrime e sangue ai Popoli sottomessi le pretese “liberte’, egalite’, fratenite’”.La Francia giacobina e la Gran Bretagna protestante furono determinanti nel processo di unificazione del nuovo Stato italiano per un loro preciso obbiettivo politico-economico, promosso e gestito dalla Massoneria, volto alla conquista militare di nuovi “mercati” e territori di influenza (vedasi questione della diffamazione del massone William Ewart Gladstone, primo ministro britannico nei confronti del Regno di Napoli e Sicilia: it.wikipedia.org/wiki/William_Ewart_Gladstone#Gladstone_e_l.27Italia ) Su questo punto, storici e scrittori di fama osservano che soprattutto lInghilterra era la potenza europea maggiormente interessata ai giochi di potere nel Mediterraneo e quindi favorevole alla la creazione di un nuovo Stato che ampliasse i suoi commerci e facesse da cuscinetto agli espansionismi francese ed austriaco. Le origini del “risorgimento” La successiva conquista militare savoiarda degli Stati indipendenti preunitari promosse quel filone letterario e politico che si sviluppò nei primi decenni del XIX secolo, il cosiddetto “risorgimento italiano”. Difatti, gia’ allindomani dellunità statuale, la classe dirigente neo-italica fece rappresentare ciò che accadde come il risultato di una adesione “spontanea” del Popolo ed obbligo’ tale insegnamento nelle scuole del Regno; in tal modo varie generazioni di Cittadini hanno imparato il “risorgimento” come avrebbe dovuto essere invece di come è stato. Possiamo infatti dire che il “risorgimento italiano” come lo conosciamo oggi sia nato in ... tipografia: editti, proclami, giornali, riviste, manifesti e volantini non facevano che appellarsi ad una presunta volonta’ di popolo, in realta’ mai avvenuta. Anche in questo caso la Storia venne scritta dai vincitori, nonostante fatti ed avvenimenti documentati, riportati di seguito, smentissero clamorosamente l’epopea descrittaci. Documenti alla mano, il presunto supporto popolare fu praticamente nullo, non ci furono sollevazioni ne’ rivolte in nome di tali ideali, solo atti di violenza e terrorismo compiuti o finanziati dai massoni carbonari per attaccare le Istituzioni e sobillare la popolazione. Vista l’assenza di partecipazione popolare si arrivo’ perfino a ingaggiare galeotti e disoccupati per inscenare proteste denominate “spontanee”. In realta’ i veri interessati a cambiamenti furono le classi dei nobili e dei banchieri assieme ai grandi commercianti preoccupati di aumentare i loro traffici e soddisfare le loro ambizioni.2 Tale “risorgimento” prese quindi avvio sull’onda del nuovo pensiero politico giacobino e fu guidato dal Gran Oriente di Francia e dalla Gran Loggia d’Inghilterra) nonche’ perseguito dalle sue logge coperte (i carbonari). Propaganda e terrorismo “risorgimentali” Per supportare il progetto espansionista del piccolo Regno piemontese, prima di tutto fu concertata dai governi inglese (Palmerston) e francese (Napoleone III) una incessante propaganda denigratoria tramite articoli sulla stampa asservita che denunciavano il malgoverno e sottolineavano i difetti, quasi sempre falsificati, del Regno di Napoli e Sicilia e dello Stato della Chiesa, auspicando un intevento internazionale che riportasse “democrazia e liberta’” alle popolazioni “oppresse”. Compiacenti giornali “italiani”, supportati dai massoni, riportavano ampliando le accuse ed i commenti inglesi e francesi, incuranti perfino delle smentite e delle querele fatte dai governi di Napoli e Roma. Un esempio tra i tanti: i massoni denunciavano che negli Stati “italiani” esisteva una sanguinosa repressione politica e sociale e le condanne a morte erano ormai senza controllo... invece sia nel Regno di Napoli che nello Stato della Chiesa non venivano eseguite condanne a morte da alcuni anni, al contrario di Gran Bretagna e specialmente in Francia dove la ghigliottina continuava tristemente a funzionare ogni giorno. Nel Regno dei savoia addirittura le condanne a morte erano superiori alla Francia stessa, addirittura di ben 8 volte, come denunciato dal Deputato piemontese Brofferio nel 1856. In questo modo il Regno sabaudo ebbe il sostegno internazionale per intervenire militarmente contro altri Stati molto piu’ democratici. La “liberazione a scopo umanitario” ebbe inizio con operazioni di terrorismo e provocazioni armate: da un lato il massone Joseph Marie Garibaldi’, pilotato dal Gran Oriente di Francia, che assieme ad altri mercenari ed avventurieri ebbe il compito di attaccare di sorpresa vari Stati preunitari con lo scopo di rovesciare i governi legalmente in carica, dall’altra il massone Giuseppe Mazzini, guidato dalla Gran Loggia di Londra che fu incaricato di promuovere gruppi eversivi, organizzare attentati ad obbiettivi militari e civili, assassini di personalita’ pubbliche, nonche’ attuare sommosse e tumulti nelle varie capitali da conquistare “alla causa italiana”. Oltre ai famosi massoni di origine francese, Vittorio Emanele II (il nobile), Cavour (il governante), Garibaldi (il mercenario) e Mazzini (‘ideologo), merita l’attenzione anche un loro precursore, il concittadino francese Gioacchino Murat, ex albergatore divenuto rivoluzionario al seguito di Bonaparte poi marito di sua sorella, govenatore di Parigi, quindi generale e feldmaresciallo di Francia, insediato sul trono di Napoli da Napoleone. Il Murat divenne famoso (e deriso dai suoi sudditi) per il suo “Proclama di Rimini”, l’appello con il quale, il 30 marzo 1815, dopo aver dichiarato guerra allAustria, si rivolse agli italiani, incitandoli alla rivolta contro lOCCUPANTE STRANIERO (lui, francese imposto con la forza!), presentandosi quindi come alfiere dellindipendenza italiana, nel tentativo di trovare alleati nella sua disperata battaglia per conservare il trono. Molto efficace, anche se attuata con metodi di sconvolgente crudeltà, la repressione del brigantaggio affidata ai generali francesi Andrè Massena prima e Charles Antoine Manhès. La conquista sabauda E’ inoppugnabile che l’unione degli Stati preunitari fu una conquista militare; il pomposo titolo, attributogli piu’ tardi, di “guerre d’indipendenza” e’ falso e deviante: in realta’ i Savoia tolsero l’indipendenza ai Popoli conquistati e li posero sotto il loro pesante dominio centralista ed assolutista. Da segnalare che i filosofi cattolici Vincenzo Gioberti (piemontese) ed Antonio Rosmini (trentino), pur favorevoli all’unita’ italiana, auspicavano una confederazione degli Stati sotto la presidenza del Papa o della stessa dinastia sabauda.3 Vi furono poi molti illustri personaggi dell’epoca totalmente contrari alla costituzione di uno Stato centralista: ad esempio il veneto Nicolò Tommaseo ed il lombardo Carlo Cattaneo, federalisti radicali e contrari alla monarchia. Come sottacere poi degli accordi tra massoni e governo piemontese con la malavita organizzata locale (Mafia in sicilia, Ndrangheta in Calabria e Camorra in Campania) che permisero al buon Garibaldi di conquistare facilmente il Regno di Napoli e di Sicilia? E come ignorare che dopo la conquista mafiosi e cammorristi, come premio, ebbero accesso negli uffici pubblici, nelle amministrazioni di Province e Comuni, nelle imprese statali e private, nelle banche e perfino nella polizia e carabinieri? Forse anche per questo le annessioni non furono per nulla sostenute dalle masse popolari, anzi, vi furono resistenze attive e passive alla conquista italiana da parte di contadini e operai, testimoniate dagli stessi unificatori nelle loro memorie (es. Garibaldi, Cavour, D’Azeglio, Abba.). Peraltro, successivamente, nel nuovo regno vi fu un crescendo di manifestazioni e reazioni anti-italiane dovute al grave e rapido peggioramento delle condizioni di vita e sociali. Le insurrezioni popolari furono causate, oltre al raddoppiamento di leggi, tasse, obblighi ed il prolungamento del servizio di leva obbligatorio, anche per la soppressione degli ordini religiosi, la confisca dei beni ecclesiastici e la chiusura di chiese, monasteri e conventi. Queste scelte, decise dal massone liberista conte Camillo Benso di Cavour distrusse la rete di supporto sociale, di previdenza, istruzione ed assistenza medica delle classi popolari portando all’esasperazione i cittadini non abbienti. (da notare la similitudine di tale situazione con quella creata piu’ tardi dalla rivoluzione comunista bolshevika in Russia, pure questa finanziata da grandi banchieri affiliati alla massoneria, questo fa pensare che spesso politiche di destra e di sinistra abbiano come mandanti gli stessi gruppi di interesse, i medesimi registi e siano eguali negli effetti negativi sulla popolazione). Nel 1861 la repressione violenta decisa dai governanti torinesi contro gli episodi di ribellone provoco’ un crescendo di episodi di insorgenza, sino a giungere nell’ex Regno delle Due Sicilie ad una vera e propria “guerra civile”, vilmente definita (e passata alla Storia ufficiale) come “Brigantaggio meridionale”. Nel 1866, l’Impero austriaco fu’ costretto a cedere il Lombardo e la Venezia a causa della disfatta del suo esercito battuto dai Prussiani nella battaglia di Koenigsgraez il 3 Luglio (a Sadowa, in Boemia), questo nonostante il Regno d’Italia (entrato “prontamente” in guerra contro l’Austria dopo la loro sconfitta militare) fosse stato sonoramente battuto sia per terra (Custoza, 22-27 Luglio) che per mare (Lissa, 20 Luglio) dalle truppe austro-venete. Per questo l’Austria, non volendo darla direttamente a chi aveva sconfitto, cedette segretamente la Venezia alla Francia, a sua volta d’accordo di passarla agli italiani con la clausola “vessatoria” di tenere un plebiscito sull’annessione. Plebiscito tenutosi il 21 e 22 Ottobre dello stesso anno, vistosamente plagiato dagli italiani che diede l’incredibile risultato del 99.99% di voti favorevoli all’annessione. Un primato storico mai piu’ eguagliato da nessun’altra dittatura, neppure da quelle comuniste di Stalin, Mao Tze-tung e Pol Pot (vedi l’ottima descrizione fatta da Ettore Beggiato nel suo libro “La Grande Truffa, il Plebiscito di annessione del Veneto all’Italia, Ed.Universitaria Venezia, 2007) D’altronde come credere che le Popolazioni venete fossero felici di perdere le loro indipendenza (con l’Austria-Ungheria avevano un loro Stato autonomo, il Lombardo-Veneto) e finire nel nulla del Regno italico? (Le regioni furono create solo nel 1970, ben 104 anni dopo). Quella che fu la ultramillenaria, gloriosa e benestante Serenissima Repubblica Veneta cadde nel servaggio piu’ bieco e nella miseria piu’ nera, le cerimonie pubbliche furono vietate, fu inasprito il servizio di leva obbligatorio togliendo braccia necessarie alla agricoltura, furono raddoppiate tasse e gabelle e triplicate le forze di polizia rispetto ai precedenti dominatori austriaci, vennero chiuse o trasferite le piu’ importanti attivita’ manifatturiere a favore di altre aree (in primis il triangolo Torino-Genova-Milano) infine l’italica burocrazia 4 improvvisata e incompetente inizio’ l’opera di distruzione sistematica della cultura tradizionale e della buona amministrazione. Il Popolo Veneto conobbe, per la prima volta nella sua Storia, l’umiliazione di un’emigrazione per fame, interi paesi e villaggi si svuotarono, un vero esodo neppure eguagliato dalle emigrazioni di massa successive la prima e la seconda Guerra mondiale. (Emilio Franzina, “Merica Merica”, Feltrinelli ed.1979). Conclusioni Riesaminato il cosiddetto “risorgimento” italiano secondo quanto accaduto realmente e considerati i suoi riflessi negativi e duraturi nel tempo, non si comprende per quali motivi i Veneti ed altri Popoli annessi a questo Stato debbano celebrarlo, a proprie spese, nonche’ festeggiare i 140 e rotti anni dell’unita’ statuale italiana.Viene a chiedersi cosa ci sia da festeggiare, forse la perdita dell’indipendenza ed il passaggio da una monarchia straniera tollerante ed organizzata ad un’altra ancora piu’ straniera, retrograda ed inefficente? Oppure la distruzione del nostro tessuto produttivo, la disoccupazione, la fame, la pellagra, l’emigrazione biblica causate da tale annessione? Forse la colonizzazione forzosa culturale, linguistica ed economica imposta dai monarchici savoiardi (poi continuata dai fascisti e quindi dai repubblicani Italiani)? Oppure l’opprimente burocrazia dei nuovi “liberatori”, l’arrivo della Mafia e di solerti “gauleiter” e “Quislng” esecutori di ordini biechi e centralisti? Forse dovremmo festeggiare la moltiplicazione incredibile di leggi e leggine, regolamenti e obblighi, tasse e contributi, emolumenti e balzelli di ogni ordine e tipo applicati dopo la nostra annessione al Regno d’Italia?Oppure il terribile peggioramento della giustizia processuale e della pessima amministrazione causate dai nuovi inesperti ed impreparati foresti? Forse la grave crisi economica e finanziaria causata dagli enormi debiti fatti dai Savoia per pagare le guerre di conquista delle Venezie e pagata col sudore e col sangue dai nostri padri?Meglio ricordare il buon governo della Serenissima Repubblica Veneta e trarne utili spunti per il nostro futuro. Fabio Calzavara AFORISMIASSIOMI Gli uccelli figli del vento sul vento si sostengono; con il ven¬to viaggiano; e il vento li fa morire.
Posted on: Fri, 15 Nov 2013 19:03:11 +0000

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