GIULIANO GEMMA – il mio ricordo del capitano Germani Inverno - TopicsExpress



          

GIULIANO GEMMA – il mio ricordo del capitano Germani Inverno 2009. “Proviamoci”, mi dico mentre giro e rigiro tra le mani il foglio con il numero di telefono di Giuliano Gemma. “Proviamoci. Male che vada mi dice di no e festa finita”. 06.68……….. “Ehm, sì, buongiorno, cercavo Giuliano Gemma”. “Il signor Gemma è fuori in questo momento. Non so quando torna, penso in serata”. Mi ha risposto la governante, almeno credo. So solo che mi sembra filippina e trovo il tutto deliziosamente vip. Alla fine, dopo un altro paio di tentativi a vuoto, con il signor Gemma riesco a parlarci. “Il 6 marzo presento il mio libro di critica cinematografica su Tenebre, alla sala Trevi, a Roma. Ci terrei potesse venire”. Così, semplice, crudo. Ti chiamo io e non la casa editrice, non ti do soldi né ti posso pagare il viaggio da Cerveteri. Vieni perché ti fa piacere venire. Questo il concetto, e una convinzione, la mia, di stare per essere mandata a quel paese. «Vengo molto volentieri, devo solo controllare se sono libero». Ecco, è stato gentile, ma non sarà mai libero. Questo penso prima di sentirlo parlare di Tenebre, di raccontare aneddoti e curiosità sulla pellicola di Dario Argento, con una passione e un’emozione che non credevo possibili nell’eroe del western all’italiana. Per la cronaca alla serata avevo invitato, con le stesse sbruffone modalità, anche Dario Argento e Claudio Simonetti. “Almeno uno dei tre verrà”, speravo in cuor mio. Il 6 marzo 2009 vennero tutti. Dario Argento, Claudio Simonetti, Giuliano Gemma, accanto a me, a parlare del mio libro e del film che lo ha ispirato… davanti a una platea strapiena, ovviamente lì per loro e non per la mia preziosa opera letteraria, ma chissenefrega. Durante la presentazione Gemma, seduto accanto a me, sfoglia il libro e, continuamente, mi chiama a sé per fare commenti e complimenti. Ma non sul testo, sulle immagini. Disegni che ho realizzato da inquadrature del film e che, nel solito eccesso di egocentrismo, ho inserito nel volume. Ecco quei disegni strampalati fatti a penna (bic) gli piacciono proprio. La presentazione finisce, applausi, saluti, abbracci, mi giro e Gemma non lo vedo più. Cavolo, è andato via e non l’ho neppure ringraziato per essere venuto. “Mi scusi, sono l’autista di Giuliano Gemma. Il signore Gemma vorrei conferire un minuto con Lei”. Guardo l’uomo come se mi prendesse in giro ma lo seguo. E dietro l’angolo della sala, c’è proprio lui, il Ringo nazionale, il mio capitano Germani che con sorprendente gentilezza e attenzione mi voleva ringraziare (lui!) per l’invito e la bella serata, rinnovandomi i complimenti per i disegni. Torno a casa da Roma con l’impressione di un uomo d’altri tempi, cortese, elegante, disponibile e cordialissimo. Fargli un disegno e spedirlo a casa sua è tutt’uno. Un gesto da niente, omaggio al piacere che mi ha concesso partecipando alla serata. Qualche giorno dopo ricevo però una telefonata inaspettata da un numero di cellulare non in memoria. Era lui, Giuliano Gemma che mi ringraziava (ancora una volta!) per il bellissimo disegno, raccontandomi della sua passione per l’arte e dell’hobby da scultore che coltivava. Oggi che lui non c’è più mi ritengo fortunata di averlo conosciuto almeno un pochino. Di aver conosciuto altro rispetto all’eroe del western all’italiana. Altro fuori dal grande schermo. Un uomo gentile, intelligente, ironico, affabile. Questo ricorderò del mio caro capitano Germani.
Posted on: Wed, 02 Oct 2013 11:54:44 +0000

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