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IL TUTTO E PIU DELLA SOMMA DELLE PARTI Stampa Email di Stefano Polenta, docente di pedagogia generale - Università di Macerata Gradualmente, nel XX secolo, si è andato affermando un cambiamento nel modo di guardare la realtà che si può definire epocale. A partire dagli anni 80 del secolo scorso questo modo diverso di guardare la realtà è tanto ria ­sunto nelletichetta complessità. Complessità non si­gnifica semplicemente che le co e sono molto complicate e che capire la realtà e i uoi aspetti è diventata unimpresa sempre più difficile. Certamente è così. Tuttavia, nello specifico, complicato e complesso sono due termini che fanno riferimento a due modi dinterpretare la realtà completamente diversi. Complicato Facciamo degli esempi: unautomobile, soprattutto uno degli ultimi modelli con molta elettronica, è un oggetto complicato, tanto che poche persone sarebbero in grado di spiegare il funzionamento di tutte le sue parti; compli­cato è un orologio svizzero o la navicella shuttle, protago­nista di tante missioni spaziali, recentemente pensionata. Un oggetto complicato può essere smontato e rimontato perché in esso il tutto è la Somma delle parti: un auto­vettura è linsieme delle parti da cui è costituita (cilindri pistoni, semiassi, scocca ecc.) e ... anche se qualcuno ama chiamare la propria autovettura per nome ciò non cambia i termini della questione! Complesso Ci sono cose che si dicono complesse perché in esse il tutto è più della somma delle parti. Prendiamo un gruppo di persone che si riunisce per amicizia, conoscenza, lavoro­ o reciproco interesse. Tale gruppo è un insieme di indi­vidui, ciascuno con le proprie caratteristiche. Quando il gruppo incontra, ognuno possiede una propria individualità e quando il gruppo si scioglie ognuno resta quello che è. Questo è ovvio. In un gruppo esistono trame, attra­zioni, gelosie, aspettative ecc. che è difficile decifrare, ma non impossibile. Un gruppo così concepito è un qualcosa di complicato. Tuttavia, il gruppo, a differenza di unau­tovettura o di un aereo, è tipicamente qualcosa di com­plesso. Infatti nel gruppo può accadere qualcosa che con­duce le persone che ne fanno parte a sentirsi un tutto uni­co, parte del gruppo, così che questultimo diventa una entità che è diversa dalla somma degli individui che lo compongono. Il gruppo diventa qualcosa che esiste in sé. Lo stesso vale per due persone che dialogano. Ognuno può restare sulle sue o può scattare qualcosa che fa incontrare le due persone. Si passa dallo scambio di informazioni al dialogo vero e proprio che fa sentire alle persone di essere insieme. Si crea, cioè, qualcosa che è di­verso da ciò che le due per persone erano prese separatamen­te. Questo qualcosa che è scattato è quel di più che appartiene allinsieme (al gruppo, al dialogo fra due persone) e che non esisteva nelle parti singolarmente prese. Proprietà emergente Questo ingrediente è la proprietà emergente: una pro­prietà del tutto, dei fenomeni presi nella loro globalità. Per la prospettiva della complessità tutto ciò che esiste è complesso. Se concepiamo qualcosa come complicato è perché adottiamo unapprossimazione che ci permette di smontare questo qualcosa per studiarlo e sfruttarlo a nostro vantaggio. Sono complessi gli individui, ma anche le colonie di formiche, gli organismi viventi, il tempo me­teorologico, il cervello, leconomia, la rete internet ecc. A proposito di rete internet, i pensi al Movimento 5 stelle di Grillo: tanti individui che collaborano creano qualcosa di unitario. Si tratta di una entusiastica applicazione della logica di rete che conduce alla creazione di una sorta di maxi-gruppo che si relaziona tramite la rete internet. Scarsa prevedibilità dei sistemi complessi Ma le cose sono sempre complesse e occorre tener pre­senti molti aspetti (logiche di potere, interazione con la realtà ecc.).Un altro esempio: per neuro-scienziati, che aderiscono alla prospettiva della complessità, la mente è una proprietà emergente dei neuroni (cellule pre enti nel cervello). I sistemi complessi sono scarsamente prevedi­bili. Non si può dire cosa scatterà stasera nella relazio­ne di una persona con la propria moglie/marito (a meno che quella relazione è totalmente prevedibile, avendo an­cora poco da dire!). Se invece unauto non parte o che la colpa è della batteria o delle candele. Non so che tempo farà in primavera, tuttal più posso sapere e pioverà o meno domani o dopo-domani. Insomma, la prospettiva della complessità ci permette di vedere il mondo non co­me una macchina, che procede regolarmente in una certa direzione se non ci sono altre forze che intervengono, co­me ci aveva lasciato pensare un certo modello di scienza ottocentesco e che ancora molti di noi utilizzano come unica modalità per guardare il mondo. La realtà è com­plessa, è da concepire come un insieme disistemi, co­stituiti da parti che funzionano come un tuttuno generan­do qualcosa di nuovo, delle proprietà emergenti che non e i te vano nelle parti singolarmente prese. Tratto dalla “Rucola” n.173 - ottobre 2012 - articoli più letti
Posted on: Fri, 25 Oct 2013 16:51:10 +0000

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