LESTATE DI SAN MARTINO Con “Estate di San Martino”, la - TopicsExpress



          

LESTATE DI SAN MARTINO Con “Estate di San Martino”, la tradizione italiana indica un eventuale periodo autunnale in cui, dopo le prime gelate, si verificano condizioni climatiche di bel tempo e relativo tepore. Nellemisfero australe, il fenomeno si osserva eventualmente in tardo aprile – inizio maggio. Mentre la locuzione di “Estate di San Martino” viene condivisa con le culture spagnola e portoghese, nei Paesi anglosassoni e francofoni viene chiamata “Estate Indiana”, mentre in alcune lingue slave (fra le quali il Russo) è denominata “Bab e Leto”, “Estate delle Nonne”. Nellemisfero boreale, larco di tempo in cui il fenomeno meteorologico in questione si manifesta è la seconda decade di novembre e durante questultima (per la precisione, l11 novembre) la Chiesa festeggia San Martino Confessore, Vescovo di Tours (316 o 317 – 397). Nato da genitori pagani, Martino fu un soldato dellesercito romano. Convertitosi al Cristianesimo, si congedò dalla vita militare diventando monaco e infine vescovo di Tours, in Francia. Viene ricordato soprattutto per lepisodio del “dono del mantello”: in una notte freddissima, nel corso di una ronda, lufficiale Martino si imbattè in un povero seminudo e, mosso da spirito di carità, sfoderò la spada e divise il suo mantello, donando la metà di esso al mendicante (rivelatosi poi Cristo). La leggenda vuole che il Signore abbia ricompensato Martino per questo gesto facendo splendere un magnifico sole nel gelido cuore dellautunno, evitando così che il giovane soldato avesse freddo. Durante lEstate di San Martino venivano rinnovati i contratti agricoli annuali; da qui il detto “Fare San Martino”, cioè traslocare. Tradizionalmente, nei giorni di cui stiamo parlando si procedeva alla apertura delle botti per il primo assaggio del vino nuovo (detto “Vino di San Martino”), che solitamente veniva abbinato alle prime castagne. Recita infatti un celebre proverbio: “Caldarroste a San Martino annaffiate con il nuovo vino!”. Questa usanza viene celebrata anche nella famosa lirica di Giosuè Carducci “San Martino”, composta nel 1883: “Ma per le vie del borgo / dal ribollir de tini / va laspro odor de i vini / lanime a rallegrar”. Nel componimento poetico, il Vate decanta lallegra atmosfera che si respirava nel giorno di San Martino in un borgo della Maremma Toscana: alla malinconia del pieno autunno, viene contrapposta la festa e la letizia della gente contadina concretizzata dal vino novello e dalla carne allo spiedo. Fervente evangelizzatore delle campagne della Gallia (e quindi, conoscitore in prima persona degli aspetti legati alla realtà rurale), San Martino viene venerato anche come Protettore dei contadini: proprio sotto il suo segno e la sua benedizione, l11 novembre iniziava lanno del contadino, che comprendeva la scadenza e le previsioni dellannata agraria. L11 novembre, tra laltro, era un giorno di fiera e si accendevano falò festosi: era una data importante per lattività di ciascuno e per le relazioni di affari. Iniziava anche lattività dei tribunali, dei parlamenti, delle scuole, si celebravano le elezioni municipali, si pagavano le fittanze, le rendite, le locazioni e (come già ricordato) si rinnovavano i contratti. Durante il Sinodo di Macon, nel 585 d. C. (a cui partecipò anche lo storico ed agiografo Gregorio, vescovo di Tours), era stato deciso che il giorno della “Depositio Sancti Martini” (ossia il giorno della sepoltura di San Martino, l11 novembre) sarebbe stata una festa non lavorativa. E ancora oggi in Lombardia, nei paesi in cui il Santo illirico è Patrono, nel giorno in cui lo si festeggia ci si astiene dai lavori. Soprattutto nei molti borghi che portano il suo nome: San Martino della Battaglia (Brescia), San Martino del Lago (Cremona), San Martino in Strada (Milano), San Martino Siccomario (Pavia) ecc... . Nel grazioso borgo abruzzese di Scanno (LAquila), in onore di San Martino vengono accesi grandi fuochi chiamati le “Glorie di San Martino” e le contrade si sfidano a chi fa il fuoco più alto e durevole. Tale consuetudine viene rinnovata ogni anno la sera del 10 novembre. Nel Veneziano, l11 novembre si usa preparare il “Dolce di San Martino”, un biscotto dolce di pasta frolla con la forma del Santo a cavallo con la spada, decorato con glassa di albume e zucchero e ricoperto di confetti e di caramelle; è tradizione inoltre che i bambini della Città Lagunare intonino un canto di augurio casa per casa e negozio per negozio, suonando padelle e strumenti di fortuna, in cambio di qualche monetina o di qualche dolcetto. A Palermo si preparano i biscotti di San Martino “abbagnati nn o Muscatu” (“inzuppati nel vino Moscato di Pantelleria”), a forma di pagnottella rotonda grande come unarancia e laggiunta nellimpasto di semi di anice (o finocchio selvatico) che conferisce loro un profumo e un sapore particolari. L11 novembre, i bambini delle Fiandre (regione olandesofona del Belgio) e delle aree cattoliche della Germania e dellAustria, nonché dellAlto Adige, partecipano a una processione di lanterne, ricordando la fiaccolata in barca che accompagnò il corpo di Martino a Tours nel novembre 397 per i funerali. Spesso un uomo vestito come il Santo cavalca in testa al corteo. I bambini cantano canzoni su San Martino e sulle loro lanterne. Il cibo tradizionale di questo giorno è loca. Secondo la leggenda, Martino era riluttante a diventare vescovo, motivo per cui si nascose dentro una stalla piena di oche; il rumore fatto da queste rivelò però il suo nascondiglio alla gente che lo stava cercando. In anni recenti la processione delle lanterne si è diffusa anche nelle aree protestanti della Germania, nonostante il fatto che la Chiesa Protestante non riconosca il culto dei Santi. La basilica dedicata a Martino sita in Tours, ledificio religioso francese più grande del Medioevo, fu in quel periodo tradizionale mèta di pellegrinaggi. Nel 1562, in seguito alle lotte di religione tra Cattolici e Protestanti (Ugonotti) che insanguinarono la Francia, venne messa al sacco dai Protestanti e le spoglie del Santo date alle fiamme, tanto era il suo richiamo simbolico. Durante lepoca della Prima Rivoluzione Francese la Basilica Martiniana fu demolita quasi completamente; rimasero due torri, oggi ancora visibili. Nel 1884 venne progettata una nuova struttura (in stile neobizantino) che fu consacrata nel 1925. Molte chiese in Europa sono dedicate a San Martino: fra queste annoveriamo anche il Duomo di Lucca (di stile romanico – gotico). I festeggiamenti dedicati al Santo cristiano Martino sviluppatisi in un contesto contadino, sarebbero da ricondurre a quelli del pagano Capodanno Celtico, ricorrenza che durava allincirca una decina di giorni a partire dal 1° novembre. Tale festività era chiamata “Samhain” (da “Sam – Fuin”, “Fine dellEstate”) e per i Celti rappresentava linizio del nuovo anno, un importante momento di passaggio nel calendario agricolo e pastorale, legato al ciclo delle stagioni. Dalla festa di “Samhain”, è sorta in tempi recenti quella di Halloween, celebrata con maschere ispirate al mondo dei morti, poiché la tradizione celtica voleva che nella notte di “Samhain” (la notte fra il 31 ottobre e il 1° novembre), cadessero le barriere tra vivi e defunti, con una comunanza di dimensioni e di caratterizzazioni. Nel “Samhain” (durante il quale i semi giacciono nel terreno, negli “inferi”, prima di rinascere a nuova vita in primavera) si riprendeva lattività giudiziaria, agricola ed economica allinsegna di un nuovo periodo (un rinnovamento) la cui transizione sarebbe durata poi fino ad aprile. Anche riguardo alla figura dello stesso San Martino e in particolare alla sua classica iconografia (quella del Santo cavaliere) troviamo dei collegamenti con lantica cultura e con lantica religione pagano – celtica. Nel pantheon dei Celti si venerava un dio cavaliere che portava una mantellina corta. Egli era colui che vinceva gli inferi, che trionfava sulla morte e che garantiva il rinnovamento e la rinascita della natura al termine della stagione invernale. Il culto di questa divinità proveniva dalla Pannonia (lattuale Ungheria), la terra celtica che nel 317 d. C. circa vide nascere Martino di Tours. Oltre che con il mondo celtico, possiamo individuare collegamenti anche con il mondo germanico: nel periodo in cui il calendario cristiano festeggia San Martino, in epoca precristiana gli antichi Germani celebravano una festa di ringraziamento in onore del dio Wotan (Odino), ritenuto la loro divinità più importante...
Posted on: Sun, 10 Nov 2013 20:06:16 +0000

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