Mozione di sfiducia MOTIVAZIONE : Lista Musumeci MUSUMECI. - TopicsExpress



          

Mozione di sfiducia MOTIVAZIONE : Lista Musumeci MUSUMECI. Signor Presidente, signori del Governo, onorevoli colleghi, mi auguro di non dovere suscitare le reazioni del collega Ioppolo se dovessi approfittare del tempo per sottrarlo al suo spazio. Entro subito nel vivo del tema per dire che questa mozione, presentata da noi, dai colleghi del Movimento cinque stelle e sottoscritta dal collega Falcone, rappresenta una sorta di macigno lanciato nella palude delle complicità trasversali in cui sembra essersi impantanata questa Assemblea. Questa mozione è l’unica boccata d’ossigeno che riesco a potere immaginare nell’asfissia dell’indifferenza che sembra avere avvolto questa “navata pagana”. Questa nostra mozione tende a dare dignità alla politica; tende a riportare al centro del dibattito il Parlamento; tende a definire il perimetro di una maggioranza, se ancora una maggioranza c’è, che non è, comunque, più quella di un anno fa; questa mozione diventa l’unica speranza per migliaia e migliaia di siciliani che si sentono delusi, mortificati e avviliti. Eppure lei, signor Presidente Crocetta, nei confronti di questa mozione ha avuto parole non certo improntate ad analisi e a significato politico; ha detto che questa mozione è il frutto di una inquietudine, quasi di una collera non appagata di due sfidanti, Cancelleri ed il sottoscritto, che non si sono rassegnati alla sconfitta del 28 ottobre, lo abbiamo letto sui giornali. È una sorta di rivincita morale contro un Presidente che ha vinto alla grande e che in questo anno ha dato corso, pratica, anima e corpo alla rivoluzione per la quale era stato votato. Questa mozione, signori, è l’epilogo naturale di un percorso definito e tracciato dallo stesso Presidente Crocetta; è il percorso che il Presidente della Regione ha voluto indicare nella sua proterva determinazione allorquando ha pensato di potere sfidare la logica più naturale e pura della politica a fronte di un Parlamento che chiedeva soltanto il diritto al confronto e la risposta era: nessuno se ne andrà a casa, tanto torneranno in 70 e molti saranno convinti di essere tra i 20 che non torneranno più. Caduta di stile la mia, Presidente Crocetta? Caduta di stile quella del collega Cancelleri? Caduta di stile del suo Governo, Presidente, del suo Governo che non viene in Aula, caduta di stile del suo Governo che non va in Commissione; caduta di stile del suo Governo che non risponde a centinaia di interrogazioni; caduta di stile del suo Governo che disattende decine di mozioni votate all’unanimità da quest’Aula! Caduta di stile di un Governo che avrebbe dovuto sentire il bisogno, dopo quello che è accaduto negli ultimi mesi, di accelerare e sollecitare un confronto con il Parlamento per rassegnare la logica di una guerra furibonda e di una violenza delle ingiurie che non ha pari nella storia degli ultimi anni in questo Palazzo. La sfiducia, Presidente Crocetta, prima di averla tolta da noi dell’opposizione gliel’ha tolta il suo partito; lei è stato sfiduciato dal suo partito quello nel quale mantiene la tessera, quello che ha dovuto rincorrerla in campagna elettorale. Sono volati stracci e piatti è accaduto quello che non doveva accadere in una politica rivoluzionaria e noi in silenzio, opposizione, e noi sbigottiti e perplessi avremmo potuto speculare su quella rissa senza aggettivi e, invece, siamo rimasti in silenzio, sperando che lei potesse riportare il dibattito in una logica di confronto interno. “Nessuno intervenga a gamba tesa sulle vicende del Partito Democratico” ammoniva giustamente il collega Baldo Gucciardi in Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari capi gruppo e nessuno è intervenuto in gamba tesa nelle vicende interne del Partito democratico. Tutti potremmo essere oggetto di risse interne, di incomprensioni, possono anche volare qualche volta i piatti, sperando che non siano da collezione, possono persino volare gli stracci, per cui non ci interessa sapere e capire se qualcuno ha detto a Crocetta di essere un cabarettista o un ‘Masaniello’ solo e dall’altro canto sentirsi dire di non volere essere, Crocetta, il ‘pupo’ di nessuno e di non volere accettare la logica statalista di un Partito Democratico che pensa soltanto a rifilare personaggi chiacchierati e a imporre poltrone senza il consenso del capo dell’esecutivo. “Cracolici ha fatto le strette intese” ha detto fra le altre cose il Presidente Crocetta, dall’altra parte si è risposto con dovizia di particolari. Non ci interessava e non ci è interessata la rissa interna, ma nel momento in cui il 23 settembre il Partito Democratico dichiara di uscire dalla maggioranza, nel momento in cui il 23 settembre il Partito Democratico dichiara di togliere la sfiducia al Presidente Crocetta, no, non è più una vicenda interna? No, a quel punto il Parlamento ha il diritto di sapere se questo Governo ha ancora una maggioranza, non è più una rissa dettata da facili incomprensioni. In questi mesi - ha dichiarato Lupo, segretario regionale del partito di Crocetta - in questi mesi Crocetta si è occupato di costruire il suo partito che di governare la Sicilia, quando poi ci ha pensato ha fatto guai oltre a distribuire centinaia di incarichi di sottogoverno a gente del suo partito. Non lo ha detto l’opposizione Presidente Crocetta, lo ha detto il numero uno del suo partito e Cracolici, autorevole esponente del suo partito e di questa Assemblea, ha detto con chiara evidenza che Crocetta non può pensare di andare avanti come ha fatto in questi mesi. “La luna di miele con i siciliani mi sembra finito, il cambiamento rischia di restare una predica più che una pratica”. Non sono parole dell’opposizione, sono parole di esponenti del suo partito e ancora incalza Lupo, “non ci riconosciamo più nell’azione del governo Crocetta, non ci sentiamo più vincolati a sostenere l’azione di un Governo che sta commettendo errori gravi che si ripercuoteranno sui siciliani”. La sfiducia gliel’ha tolta il suo partito, Presidente Crocetta, altro che caduta di stile da parte dell’opposizione! Lei in quel momento avrebbe dovuto chiedere al Presidente Ardizzone la convocazione dell’Aula e riferire qui in Parlamento, non certo per rintuzzare le velleità di una opposizione aggressiva che quando ha visto la sfiducia da parte del suo partito non ha brindato e non perché è astemia. L’opposizione è rimasta responsabile, in attesa di un segnale, anzi il segnale è arrivato da parte nostra, il sottoscritto ha dichiarato “se Crocetta si sente in ostaggio della sua maggioranza, se Crocetta crede di essere ricattato dal suo partito, venga in Aula, indichi due, tre punti emergenziali per fare uscire la Sicilia dal pantano e noi, se fa un appello istituzionale, sosterremo i suoi due, tre, obiettivi, non con le larghe o strette intese in cambio di niente, soltanto nell’interesse dei siciliani. Avremmo dovuto, in quel momento, confrontarci con un Presidente che era stato sfiduciato con aggettivi non certo improntati a comprensione ed apprezzamenti e lei, invece, ha preferito snobbare il Parlamento, Presidente Crocetta, nella ricerca disperata, quotidiana di una tregua con il suo partito e mentre lei duettava con gli esponenti del suo partito, rimpasto sì, rimpasto no, deputati in giunta sì, deputati in giunta no, dopo le europee sì, dopo le europee no, SVIMEZ usciva con il rapporto implacabile e drammatico sulle condizioni del mezzogiorno della Sicilia nel 2013; il Prodotto interno lordo che continua a crollare registrando un meno 4,3 per cento; gli investimenti precipitati, nel 2012 persi nell’isola 38 mila posti di lavoro; il rischio di una povertà che minaccia un terzo delle famiglie siciliane; la incapacità di spesa della Regione, sia nel corrente che nel conto capitale; i fondi strutturali che continuano a restare inutilizzati o utilizzati male. E’ lo SVIMEZ che parla non l’opposizione, e a fronte di questo quadro allarmante arrivano i giudizi degli operatori sociali, delle parti sociali, la CGIL, il sindacato di sinistra, non la UGL, dice con il suo Segretario: “al Governo Crocetta vogliamo dire che la luna di miele con i siciliani volge al termine, è arrivato il momento di dare risposte e di trovare soluzioni concrete ai problemi”, lo dice il Segretario generale della CGIL in Sicilia; la Repubblica che non si può certo considerare un quotidiano vicino al centro destra scrive: “il Governo Crocetta ha stabilito un rapporto privilegiato con il Palazzo di Giustizia”, bene, se si scoprono irregolarità queste vanno denunciate, ma una amministrazione che guarda lontano non può limitarsi e deve domandare la regolarità del proprio apparato burocratico ad un organo esterno sì, ma deve anche attivarsi attraverso un’azione di prevenzione in grado di rimuovere sul nascere procedure malavitose all’interno dei propri uffici, se non lo fa non risolve alla radice il problema di una cattiva gestione amministrativa. Presidente Crocetta c’è tanta sete di legalità in questa Isola, devastata da affaristi e da spregiudicati spesso in combutta con delinquenti e mafiosi. C’è tanta sete di legalità in questa Isola, ma c’è anche tanta fame, c’è tanta fame, la sua coraggiosa azione di denuncia del malaffare politico, della quale non ho difficoltà a darle atto pubblicamente, da sola non è bastata, non poteva bastare, non può bastare. La Sicilia chiede legalità e sviluppo; la Sicilia chiede crescita e legalità; la Sicilia chiede di essere normalizzata, bisogna promuovere gli investimenti, sostenere le filiere produttive, elevare la competitività, tutelare i lavoratori delle attività dirette e indotte, chiedere a Roma di riprogrammare i Fondi strutturali del 2007/2013, chiedere a Roma di definire il programma dei prossimi sei anni, serviva una politica per la riqualificazione urbana, serviva una politica per lo sviluppo delle aree interne, bisognava puntare sulle infrastrutture e sulla logistica, bisognava dismettere il patrimonio immobiliare della Regione e, invece, nulla di tutto questo, Presidente, lei ha pensato che l’unico male fossero le Province, doveva togliere il cancro del costo degli organi gestionali e, invece, di togliere il cancro ha eliminato il malato e, oggi, mentre mancano sessanta giorni all’entrata in vigore della legge sui Liberi consorzi dei Comuni, non c’è uno straccio di proposta in Commissione, mentre i dipendenti regionali continuano a reclamare il diritto a conoscere il loro futuro. La proposta che avete portato in Commissione, è una proposta impraticabile, inaccettabile come inaccettabile è quella sulle Città metropolitane che voleva mortificare l’istituto autonomistico degli enti locali e avete dovuto ritirarlo dopo otto giorni. Perché tanta improvvisazione? Perché tanta fretta? Perché tanta voglia di annunciare? Perché? Per un anno avete condannato all’incertezza precari, forestali, operatori della formazione, avete condannato al patibolo del sospetto dirigenti e funzionari di questa Regione, alcuni collusi, altri persone perbene, desiderosi soltanto di essere motivati. Lei avrebbe dovuto fare la rivoluzione delle nomine dando spazio al merito, al di là delle appartenenze. In dieci mesi, cento nomine tutte improntate al merito. Faccio soltanto alcuni esempi: Giuseppe Antoci, commissario del Parco dei Nebrodi, un naturalista, direte voi, no un ex candidato al Senato del Megafono, partito di Crocetta. Marisa Mazzaglia, presidente del Parco dell’Etna, voi mi direte una vulcanologa, no, assessore del Megafono nel comune di Nicolosi. (applausi) Francesco Calanna, commissario dell’Ente di Sviluppo Agricolo, voi mi direte un agronomo, esperto in scienze forestali, no, ex deputato del Partito Democratico. Saro Faraci del Consorzio Autostrade Siciliane, voi mi direte un ingegnere trasportista, un esperto di infrastrutture, no, soltanto il Presidente della pallavolo di Gela, amico del Presidente Crocetta. Quale rivoluzione, Presidente, quale rivoluzione, avete fatto in un anno le cose peggiori e le avete fatte nel modo migliore! Lei è lo stregone che la gente ha votato, stanca dei medici incompetenti che hanno ridotto questa Regione all’osso! Lei è lo stregone che i siciliani hanno scelto al posto dei medici tradizionali che, al capezzale di questa Isola, sempre più anoressica, l’hanno resa assolutamente impraticabile. Lei è un uomo affetto da isteria autoreferenziale. Lei è affetto da delirio da immagine. Lei è malato del “complesso di Mosè”, vuol dettare le tavole del presente e del futuro. Lei sa donare la gioia dell’amicizia ad un mafioso incallito, seppure per convertirlo sulla generosa strada della legalità, e sa infliggere cocenti umiliazioni ad un deputato incensurato che col mafioso, però, ci ha solo parlato al telefono, il che non lo assolve del grave fatto. Lei ha deciso di essere un uomo solo, Presidente Crocetta, ha deciso di chiudersi nel fortino, pronto a lanciare frecce di fuoco contro chiunque si avvicini al suo sito. Lei ha questa pulsione irrefrenabile di dovere guardare tutto con sospetto. Lei ha deciso di essere un uomo solo, impegnato a distribuire granoturco biologico alle colombe e di disseminare polpette avvelenate ai falchi oltranzisti, dimenticando che in questa voliera di umana fauna selvatica non sono né le colombe né i falchi il suo problema, ma gli avvoltoi, pronti ad addensarsi sulle carni ancora vive di un Presidente che deve elargire prebende. Lei, Presidente Crocetta, ha deciso di essere un uomo solo al timone di una nave logora e consunta che imbarca acqua da tutte le parti, non ha una rotta, non ha una meta. Lei è un uomo solo, Presidente Crocetta, che vive in una solitudine affollata di opportunisti, di estranei, di saltabanchi, di accattoni, di questuanti, di mestieranti della politica che oggi affrontano attese estenuanti nella sua anticamera esattamente come ieri facevano con Lombardo, l’altro ieri con Cuffaro e prima ancora con il potente di turno. Lei è un uomo abile e astuto come una volpe, ma ha la paura di un coniglio. Con quell’aria sorniona con cui guarda i deputati che si alternano in questa tribuna, con quell’aria sorniona da gatto acquiescente lei finge le fusa, ma è pronto a muovere il primo graffio quando se ne presenta l’opportunità. In questa Terra dalle mille contraddizioni, in questa Sicilia bigotta e libertina, in questa Sicilia dissacrante e ruffiana, lei Presidente Crocetta resta, come direbbe Tano Laterza, l’ultimo fedele interprete di Pirandello “uno, nessuno, centomila”. Lei continua a restare chiuso nella Bastiglia, ma non dimentichi che Luigi XVI aveva sottovalutato la rivolta del popolo convinto che fosse una inquietudine contingente ed era una sanguinosa rivoluzione e quel sovrano finì come finì, politicamente parlando si intende. Lei si deve augurare, Presidente, che a fronte della sua rivoluzione a parole i siciliani non facciano la rivoluzione con i fatti, perché quando i siciliani la rivoluzione la fanno con lo stomaco diventano pericolosi, diventano inquietanti e i siciliani sono stanchi di un Governo immobile; sono stanchi di un Governo che non sa decidere; sono stanchi di un Governo che si affida soltanto ai proclami. Con questa mozione noi, oggi, abbiamo ridato un minimo di speranza a chi crede che questo Governo immobile possa andarsene a casa. Sull’esito, e concludo Presidente, non ci facciamo illusioni e non per un nobile principio politico, e non per una riflessione meditata e sofferta della politica con la P maiuscola, no, no, sull’esito del voto di questa mozione noi non ci facciamo alcuna illusione soltanto per un fatto di istinto di sopravvivenza, soltanto per la tutela di un diritto fisiologico. Nessun tacchino si augura che il Natale arrivi in anticipo e tutti gli agnelli vorrebbero che la Pasqua venisse cancellata dal calendario liturgico. Noi non sappiamo quanto durerà questo Governo Crocetta, quattro ore, quattro mesi, quattro anni, non lo sappiamo, sappiamo di certo che quando Crocetta avrà lasciato Palazzo d’Orleans rimarranno in Sicilia le macerie. Rimarranno le macerie che si sovrapporranno a quelle lasciate dalle precedenti gestioni; rimarranno i segni di una gestione fallimentare; rimarrà nei siciliani la delusione di una rivoluzione annunciata, la rabbia di una fiducia tradita. Noi con la mozione di sfiducia vorremmo che questa stagione, Presidente Crocetta, si concludesse oggi, il resto lo decideranno i deputati di quest’Aula obbedendo alla loro coscienza, dinnanzi a Dio e dinnanzi al popolo siciliano. Grazie. (Applausi)
Posted on: Wed, 30 Oct 2013 14:42:40 +0000

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