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The Beatles Da Wikipedia, lenciclopedia libera. bussola Disambiguazione – Se stai cercando lalbum omonimo, vedi The Beatles (album). The Beatles Da sinistra in alto, in senso orario: John Lennon, Paul McCartney, Ringo Starr e George Harrison (1964) Da sinistra in alto, in senso orario: John Lennon, Paul McCartney, Ringo Starr e George Harrison (1964) Paese dorigine Regno Unito Regno Unito Genere Beat[1] Rock[2] Pop[1] Rock and roll[1] Rock psichedelico[1] Folk rock[1] Baroque pop[1] Hard rock[3][4][5] Pop psichedelico[1] Periodo di attività 1960–1970 Etichetta Parlophone Parlophon Capitol Apple Vee Jay Polydor Swan Tollie United Artists Records Album pubblicati 23 Studio 10 Live 2 Colonne sonore 3 Raccolte 8 Sito web beatles Beatles logo.svg The Beatles (in italiano I Beatles, pronunciato /ˈbitols/[6], in inglese /ˈbiːt(ə)lz/[7]), soprannominati The Fab Four (I favolosi quattro[8]), sono stati un gruppo rock[9] britannico, originario di Liverpool e attivo dal 1960 al 1970. La formazione, composta da John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr, ha segnato unepoca nella musica, nel costume, nella moda e nella pop art[10]. Ritenuti un fenomeno di comunicazione di massa di proporzioni mondiali[11] e considerati tra le maggiori espressioni della musica contemporanea[12], a distanza di vari decenni dal loro scioglimento ufficiale – e dopo la morte di due dei quattro componenti – i Beatles contano ancora un enorme seguito e numerosi sono i loro fan club esistenti in ogni parte del mondo[13]. Secondo una stima del 2001, è risultato in assoluto il gruppo musicale di maggior successo commerciale, con vendite complessive che superano il miliardo di dischi e di musicassette[14], e per la rivista Rolling Stone i Beatles sono i più grandi artisti di tutti i tempi[15]. Laura – per molti versi non sempre codificabile secondo i canoni comuni – che circonda lo sviluppo del loro successo mediatico e che ha favorito la nascita della cosiddetta Beatlemania e lo straordinario esito artistico raggiunto come musicisti rock sono inoltre oggetto di studio di università, psicologi e addetti del settore[16][17][18]. Indice [nascondi] 1 La storia 1.1 Gli anni della formazione (1957-1960) 1.2 Il periodo di Amburgo (1960-1962) 1.3 Gli esordi in studio (1962-1963) 1.4 La scalata al successo – Le tournée (1963-1966) 1.5 Verso la maturità musicale (1964-1965) 1.6 La vetta artistica (1966-1967) 1.7 I primi contrasti (1968) 1.8 La fine (1969-1970) 2 Mitologia 2.1 La nascita del nome 2.2 La presunta morte di Paul 2.3 Lo spinello di Buckingham Palace 3 Importanza musicale e culturale 3.1 Lascito artistico 3.2 Eredità culturale 4 Formazione 5 Discografia 5.1 Album studio 6 Filmografia 7 Videografia 8 Apparizioni televisive 9 Premi e riconoscimenti 9.1 Grammy Award 9.2 Recording Academy Grammy Hall of Fame Award 9.3 Ivor Novello Award 9.4 Cinema 9.5 Altro 10 Note 11 Bibliografia 11.1 Enciclopedie 11.2 Titoli monografici 11.2.1 Storia 11.2.2 Opere 11.2.3 Biografie - Autobiografie 11.2.4 Varia 11.2.5 Letture aggiuntive 12 Voci correlate 13 Altri progetti 14 Video 15 Collegamenti esterni La storia[modifica | modifica sorgente] Gli anni della formazione (1957-1960)[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi The Quarrymen. « Il rocknroll era reale. Tutto il resto era irreale. Quando avevo quindici anni era lunica cosa, tra tutte, che potesse arrivare a me. » (John Lennon[19], 1970) St Peters Church Hall, dove Lennon e McCartney si conobbero nel 1957 La storia dei Beatles ha inizio sabato 6 luglio 1957. In quella data, nella chiesa di St. Peter a Liverpool, in occasione della festa annuale della parrocchia, era in corso unesibizione dei Quarrymen, un gruppo skiffle di cui era leader il sedicenne John Lennon. Ivan Vaughan, già compagno delle elementari di John ed ex componente della band, gli presentò il quindicenne Paul McCartney, allepoca suo compagno di scuola al Liverpool Institute. Paul si presentò suonando Long Tall Sally di Little Richard e Twenty Flight Rock di Eddie Cochran. Durante le sue esibizioni, John usava cambiare parole e accordi a suo piacimento; oltre che dallabilità di Paul alla chitarra, rimase quindi colpito dalla sua memoria, dato che ricordava alla perfezione i testi delle canzoni che eseguiva[20]. Sebbene John ben sapesse che invitare Paul a far parte del gruppo avrebbe significato condividerne la leadership, si risolse ben presto a farlo entrare nei Quarrymen[21][22]. Alcuni mesi dopo lingresso nel gruppo di Paul, questi contattò per unaudizione un altro ragazzo che con lui frequentava il Liverpool Institute, lamico e compagno di scuolabus George Harrison. Lennon ammise George nel gruppo in seguito a un provino che ebbe luogo proprio su un autobus, dopo averlo ascoltato cimentarsi in un pezzo strumentale, Raunchy[23]. Nel gennaio 1960 fu un compagno di John allArt College, lo scozzese Stuart Stu Sutcliffe, a divenire il bassista dei Quarrymen. Pittore di grande talento, acquistò un basso Höfner dopo aver venduto il suo primo quadro[24]. Più tardi, quellanno, prendendo spunto dai Crickets di Buddy Holly (grilli, in inglese)[25], il complesso prese il nome di Beatles – dopo essere passato per Johnny and The Moondogs, Beatals, Silver Beetles, Silver Beatles e infine, a metà agosto 1960, Beatles[26]. Allinizio della loro carriera, i Beatles mancavano di un batterista fisso; a loro si unì per un breve tempo il batterista trentaseienne Tommy Moore, che li lasciò dopo una tournée in Scozia come gruppo di spalla del cantante Johnny Gentle[27]. E soprattutto Sutcliffe aveva difficoltà a suonare il basso in modo soddisfacente[28]. Per una serie di fortunate coincidenze, poiché altri gruppi di Liverpool non erano disponibili, il loro primo manager, Allan Williams, propose loro una scrittura ad Amburgo[29] – dove unaltra band di Liverpool, Derry and the Seniors, stava esibendosi con successo – a condizione che si dotassero di un batterista fisso[30]: un giorno di agosto, al Casbah di Mona Best notarono il figlio della proprietaria, Pete Best, che col suo gruppo, i Blackjacks, si esibiva alla batteria. Ritenuto idoneo, fu reclutato pochi giorni prima di partire per Amburgo[31]. Il periodo di Amburgo (1960-1962)[modifica | modifica sorgente] Beatles-Platz, la piazza di Amburgo sulla Reeperbahn, con la forma e il colore di un disco dedicata ai Beatles Ad Amburgo iniziò una vera trasformazione. Costretti dallesigente titolare dellIndra, il locale dove si esibivano (al numero 64 di Große Freiheit, una laterale della Reeperbahn, la via a luci rosse del quartiere di St. Pauli) a lunghe performance in cui dovevano produrre il massimo volume, la loro musica acquistò potenza e consapevolezza[32]. In quel periodo si formò lo stile e il repertorio che avrebbe caratterizzato i primi anni della loro attività e secondo una teoria[33] – successivamente contraddetta dallinteressato[34] – iniziò a emergere la volontà di Paul di prendere il posto di Stuart al basso. La prima volta che il gruppo si esibì con un contratto a nome The Beatles fu proprio ad Amburgo, il 17 agosto 1960[35][36]. A fine novembre furono costretti a tornare a Liverpool a causa di alcuni problemi con la polizia tedesca, imbeccata dal primo impresario che li aveva ingaggiati ma che essi avevano in seguito lasciato per un contratto più vantaggioso. George era minorenne e non poteva lavorare legalmente; Pete e Paul, trasferitisi nella sistemazione procurata dal loro nuovo datore di lavoro, rientrando nottetempo nel loro vecchio e precario alloggio per prendere le loro cose illuminarono la stanza dando fuoco a un profilattico appeso alla parete e incendiando così la carta da parati, evento che provocò il loro arresto e quindi lespulsione[37]. Tuttavia, pochi mesi dopo essi ritornavano ad Amburgo con un contratto firmato senza lintermediazione del loro manager, grazie agli estimatori che si erano conquistati, e lì si esibirono dal 1º aprile al 1º luglio 1961[38]. Nella terza spedizione nella città tedesca – che ebbe luogo nellaprile-maggio 1962[39] – si iniziò a delineare la definitiva line-up della band. Stuart Sutcliffe, ammesso allAccademia darte di Amburgo, lasciò la musica per dedicarsi alla pittura, suo vero interesse, e al basso subentrò Paul McCartney[40]. Cambiò anche il loro look: i capelli pettinati in avanti con la frangetta, le giacche di pelle e senza risvolti, il tutto completato da stivaletti (Beatles boot), furono il contributo allimmagine dei Beatles dato dalla fidanzata tedesca di Stuart, Astrid Kirchherr[41]. Il gruppo ritornò ad Amburgo per lultima trasferta a metà dicembre 1962, esibendosi fino a fine anno allo Star-Club. Con questi ultimi concerti, i Beatles avevano collezionato un totale di 800 ore sui palcoscenici tedeschi[42]. Gli esordi in studio (1962-1963)[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Please Please Me (album) e With the Beatles. Lingresso del Cavern Club. Al loro ritorno a Liverpool dalla prima trasferta amburghese, i Beatles iniziarono ad attrarre lattenzione con la loro musica martellante e il loro nuovo aspetto estetico, originale per quei tempi. Cominciarono a suonare in un locale in Mathew Street, il Cavern Club, dove, con la loro grinta e disinvoltura sul palco[43], richiamavano un vasto pubblico formato in gran parte da frenetiche ammiratrici[44]. Presto trovarono un manager in Brian Epstein che allepoca gestiva un negozio di elettrodomestici e dischi a Liverpool. Incuriosito dalla richiesta da parte di un loro fan di My Bonnie – un disco registrato dal gruppo in Germania in cui essi accompagnavano il cantante solista Tony Sheridan – e incoraggiato dal fatto che essi si esibissero al Cavern Club a poca distanza dal suo negozio, ci andò per conoscerli[45][46]. Colpito dal loro carisma e dal richiamo di pubblico, si offrì di fare loro da manager. Anche per il fatto di aver rotto con il loro primo impresario Allan Williams, e limitandosi la loro attività quasi esclusivamente agli spettacoli quotidiani al Cavern Club, dopo uniniziale esitazione accettarono. Da parte sua Epstein riuscì ad allargare il giro delle loro scritture, si impegnò a ripulirne limmagine[47] insegnando loro anche il celebre inchino allunisono da sfoggiare nei concerti[48] per poi ottenere un provino ai Beatles con la Decca Records il giorno di capodanno del 1962[49]. Fu così che Mike Smith, osservatore della Decca Records, partì alla volta di Liverpool per ascoltare i Beatles e un altro gruppo locale, rimanendo favorevolmente impressionato dalle loro esibizioni al Cavern Club[50]. Giunti a Londra per laudizione dopo un viaggio disastroso e una notte passata male, irritati e nervosi i Beatles – malconsigliati da Brian Epstein nella scelta dei brani – eseguirono la parte meno eccitante del loro repertorio[51], conservato per la storia nelle registrazioni rimaste nellarchivio della casa discografica[52][53]. Nonostante il gradimento di Smith, la Decca preferì mettere sotto contratto un altro gruppo – Brian Poole & The Tremeloes – per il fatto che questultimo era di Londra e non della relativamente lontana Liverpool[54]. Lerrore di valutazione divenne epocale[55]. Un paio danni dopo, la stessa Decca, per ironia della sorte su raccomandazione di George Harrison, mise sotto contratto i Rolling Stones[56], pur non essendo in un primo momento convinta, proprio perché memore dellerrore commesso con i Beatles. Dopo questo insuccesso, Brian Epstein pensò che per dare un tocco di maggiore professionalità e così colpire maggiormente i discografici fosse più convincente presentarsi con un disco piuttosto che con dei nastri[57]. Si recò perciò nel celebre negozio HMV in Oxford Street a Londra, dove il tecnico Jim Foy, addetto alla realizzazione dellacetato, rimase favorevolmente impressionato dalla musica che aveva sentito e indirizzò il manager dei Beatles a Sid Coleman, dirigente della EMI[58]. Fu solo linsistenza di Brian Epstein e il fatto che egli fosse, con il negozio di famiglia NEMS (North End Music Stores), un importante distributore nel nord dellInghilterra, a convincere i responsabili della EMI, che demandarono a George Martin il compito di ascoltare qualche traccia incisa dai Beatles[59][60]. Martin, allepoca, era responsabile per la EMI delletichetta sussidiaria Parlophone, che si occupava di jazz e musica classica. Era quindi piuttosto lontano dal genere musicale dei Beatles[61], ma avendo ascoltato su insistenza di Epstein parte del materiale da essi prodotto, si convinse che si potesse trarre qualcosa di buono dal gruppo e ritenne che valesse la pena dare loro unoccasione concedendo al quartetto unaudizione che si tenne il 6 giugno 1962[62]. Nello Studio Tre di Abbey Road a Londra furono registrati quattro pezzi, tra cui una versione del classico Bésame mucho cantata da Paul e tre composizioni originali: Love Me Do, P.S. I Love You e Ask Me Why, dalle quali lassistente di studio di George Martin, Ron Richards (che si fece carico della seduta di registrazione in attesa dellarrivo di Martin) rimase positivamente impressionato[63]. Gli studi discografici EMI di Abbey Road Fu solo a quel punto che i Beatles poterono avere un vero contratto discografico, anche se non molto vantaggioso per loro[64]. Quando il 4 settembre 1962 i Beatles si ripresentarono nella sala dincisione di Abbey Road, Ringo Starr sostituiva Pete Best alla batteria. Subito dopo laudizione di giugno, infatti, George Martin, insoddisfatto delle caratteristiche strumentali di Best, aveva detto a Brian Epstein che avrebbe preferito un sessionman per le registrazioni in studio[65]. Inoltre Pete Best aveva un carattere introverso e condotte che compromettevano lunità della formazione, specialmente nel contesto di Amburgo: a differenza degli altri tre rifiutava di assumere pastiglie eccitanti e di adottare la nuova pettinatura. Cè chi pensa anche che abbia giocato la gelosia: il seguito di ammiratrici di Best era assai folto, e questo minacciava le ambizioni di conquiste femminili da parte del resto del gruppo[66]. Comunque sia, non si era creato un grande affiatamento con gli altri componenti[67]. In aggiunta, John, Paul e George conoscevano già Ringo per averlo incrociato ad Amburgo quando suonava con il gruppo Rory Storm and the Hurricanes; e il batterista conosceva il loro repertorio in quanto aveva occasionalmente sostituito Best[68]. Sotto la pressione di George Martin, Starr fu perciò considerato dai tre lelemento adatto alla sostituzione definitiva, avvenuta il 16 agosto[69][70]. Per la sessione del 4 settembre, Martin aveva trovato loro una canzone con cui pensava potessero scalare la classifica delle vendite. Il titolo del pezzo era How Do You Do It? e lautore era Mitch Murray. Ma i Beatles fecero chiaramente capire che volevano registrare materiale di loro composizione[71]. Così, dopo lesecuzione di How Do You Do It? si passò a incidere Love Me Do. Ascoltando la registrazione di quel giorno, il produttore considerò la prova di Ringo Starr poco soddisfacente e perciò per la sessione in studio della settimana successiva provvide a sostituire Ringo con il sessionman Andy White, che suonò la batteria in Love Me Do e in P.S. I Love You. Ringo si adattò a suonare il tamburello come rinforzo al rullante in Love Me Do, mentre in P.S. I Love You era alle maracas[72]. Etichetta dellalbum Please Please Me (versione pubblicata in Gran Bretagna) Love Me Do venne pubblicata come singolo nella versione con Ringo Starr, mentre la versione dellalbum vide White alla batteria[73]. Il disco, a cui la EMI riservò scarsissime attenzioni promozionali[74], raggiunse il diciassettesimo posto nelle classifiche di vendita del Regno Unito, ma a Liverpool vendette moltissimo. Una leggenda vuole che il successo di vendite a Liverpool fosse dovuto allacquisto da parte di Brian Epstein di migliaia di copie del disco. A quarantanni di distanza, quello che sembrava solo un episodio leggendario fu invece confermato da Alistair Taylor, a quel tempo assistente di Epstein[75]. Please Please Me fu il loro secondo 45 giri e raggiunse il primo posto della Hit parade inglese[76]. Sarebbe stato il primo degli innumerevoli hits firmati Lennon-McCartney. Il successo del brano iniziò a far conoscere il gruppo su scala nazionale: uscito l11 gennaio 1963, ebbe subito recensioni positive[77]. Due mesi dopo la pubblicazione di Please Please Me, il 22 marzo uscì lalbum omonimo, che vendette subito 500.000 copie e raggiunse il primo posto nella classifica di vendita britannica degli LP[78]. Questo 33 giri, che vedeva unoriginale copertina con la loro foto in costume di scena affacciati, baldanzosi e sorridenti, dalla ringhiera della casa editrice della EMI in Manchester Square[79], fu di fatto il primo passo del loro ingresso nella storia della musica. Notevole era il fatto che per la prima volta non si trattava di cover raffazzonate alla buona per mettere insieme il formato a 33 giri, come era comune per sfruttare rapidamente singoli di successo; ben otto brani su quattordici erano infatti di loro composizione. Lalbum seguente, With the Beatles, fu pubblicato il 22 novembre 1963 ed ebbe un consenso talmente grande, sia di pubblico sia di critica, che non fu nemmeno necessario promuoverlo con luscita di un singolo[80]. La copertina era decisamente artistica e originale[81], così come i sette brani firmati Lennon-McCartney e il primo firmato da Harrison intitolato Dont Bother Me. Divennero celeberrime All My Loving, ripresa da molti altri artisti, e I Wanna Be Your Man, con la quale i Rolling Stones centrarono il loro primo successo commerciale. Intanto, a fianco dellintensa attività in studio, si susseguivano senza sosta i concerti e i tour in vari Paesi del mondo. « I compositori inglesi più straordinari del 1963 sono, a tutti gli effetti, John Lennon e Paul McCartney... le settime maggiori e le none si integrano così bene nelle loro canzoni da far pensare che armonia e melodia nascano insieme » (William Mann, dal quotidiano The Times, 1963[82]) La scalata al successo – Le tournée (1963-1966)[modifica | modifica sorgente] I Beatles a Stoccolma (1963) Il 1963 rappresentò lanno in cui esplose la popolarità del gruppo. A essa concorsero le loro produzioni musicali, i concerti in speciali occasioni (il Val Parnells Sunday Night at the London Palladium e la storica esibizione al Royal Variety Performance, alla presenza dei reali inglesi), le apparizioni televisive. Testimonianza del boom della celebrità è fra laltro landamento delle adesioni al Beatles fan club; a inizio del 1963 gli aderenti ammontavano a un migliaio, alla fine dello stesso anno il numero degli iscritti era salito vertiginosamente a ottantamila[83]. E al termine di quellanno i giornali inglesi riconoscevano quasi unanimi le qualità del gruppo[84]. Ma una parte rilevante per la diffusione dellimmagine del gruppo fu costituita dalle tournée. Per la seconda volta dopo il 1960, la Scozia accolse i Beatles in un minitour dal 3 al 6 gennaio 1963. Questa esperienza permise ai quattro musicisti di uscire dalla routine delle esibizioni nello stesso club. John considerò il tour scozzese del 1963 «un sollievo. Cominciavamo a sentirci limitati, senza sbocchi. […] Lesperienza di Amburgo era ormai superata»[85]. Ancora più motivante fu la tournée successiva come gruppo di spalla di Helen Shapiro che si svolse dal 2 febbraio al 3 marzo dello stesso anno e che toccò quattordici centri inglesi[86]. Il tour contribuì al definitivo amalgama di Ringo con gli altri tre Beatles e allaffiatamento del gruppo. Di nuovo John giudicò che «cambiare ogni sera locale fu un vero toccasana»[87]. Tornati a Liverpool il 4 marzo, dopo cinque giorni con altri artisti erano nuovamente in tournée – che sarebbe durata fino al 31 marzo – per le maggiori piazze inglesi, sempre più popolari fra il pubblico dei concerti, sempre più in risalto nei cartelloni pubblicitari e sempre più importanti tanto da essere loro a esibirsi in chiusura degli spettacoli[88]. A fine ottobre volarono in Svezia per il primo tour all’estero. Lì per una settimana alternarono incisioni radiofoniche, concerti live e registrazioni per il programma televisivo svedese Drop In. Consapevoli di dover conquistare il pubblico scandinavo, i Beatles si esibirono alla stazione radiofonica Karlaplansstudion in uno spettacolo di qualità eccellente[89]. I Beatles scortati alluscita da un concerto (1963) In seguito, con le apparizioni televisive negli show musicali[90], la loro immagine innovativa, la pettinatura, i vestiti, essi conquistarono un istantaneo seguito tra gli adolescenti inglesi. Iniziò così la beatlemania: ogni loro concerto fu presto caratterizzato dalle urla assordanti delle fans che rendevano impossibile ascoltare il suono che producevano[91]. Erano inoltre costretti a rocambolesche fughe per evitare lassalto delle orde di ammiratrici[92][93]. Risale al periodo 7-22 febbraio 1964 la prima trasferta intercontinentale in terra statunitense. I Beatles furono accolti allaeroporto di New York da un enorme schieramento di fotografi e da scene di isteria collettiva dei diecimila fans urlanti[94]. Gli episodi di crisi isteriche, pianti e urla li seguirono nella prima settimana in cui si esibirono alla Carnegie Hall di New York e al Washington Coliseum di Washington D.C.[95], partecipando inoltre a una puntata del programma Ed Sullivan Show, per poi spostarsi a Miami[96]. Durante lapparizione allEd Sullivan Show, il numero di crimini riportati a New York fu molto vicino allo zero, e quelli minorili praticamente si azzerarono[97]. Al proposito, George Harrison affermò: «Persino i criminali si sono presi dieci minuti di pausa in occasione dello show dei Beatles.»[98], prendendo spunto dalle notizie, forse un po sensazionalistiche, apparse sui quotidiani anglo-americani dellepoca. La prima esperienza americana diede modo ai Beatles di aggiornare la propria dotazione strumentale. Confidando nella pubblicità di ritorno, un nuovo basso Höfner venne offerto a McCartney, e la Rickenbacker regalò a Lennon l’ultimo modello della Capri 325 e ad Harrison una chitarra elettrica a dodici corde di recentissima produzione. Quest’ultimo strumento, usato da chitarristi blues quali Leadbelly e Ramblin Jack Elliott, si sarebbe ben presto diffuso nel panorama della musica rock degli anni sessanta, impiegato fra gli altri da Animals, Moody Blues, Who, Beach Boys e Byrds[99]. I Beatles al loro arrivo in America (1964) La tournée del febbraio 1964 è stata documentata, per quanto riguarda la parte relativa alla capitale Washington, anche da una serie di quarantasei fotografie rimaste a lungo inedite, scattate da un fotografo dilettante, Mike Mitchell, e battute allasta da Christies a New York City nel luglio 2011 per una cifra esorbitante[100]. Dopo tre mesi passati in studio di registrazione, il gruppo intraprese un altro tour mondiale che nel giugno li vide suonare nel Nord Europa, e poi a Hong Kong, Australia e Nuova Zelanda, seguiti nei loro concerti da folle entusiaste di giovani fans[101]. Ad Adelaide si accalcò una folla imponente, stimata in 300.000 persone, il più alto numero di presenze che mai si strinsero attorno ai quattro musicisti[102]. Dal 19 agosto e per un mese, i Beatles si esibirono in venticinque concerti nelle principali città degli Stati Uniti in un tour che li vide raggiungere un altissimo indice di popolarità. L’isteria di massa in qualche caso degenerò senza che la polizia riuscisse ad arginare masse frenetiche che arrivarono a invadere il palco causando l’interruzione del concerto[103]. In quella fase creativa del gruppo, una parte di rilievo fu giocata dal loro incontro con le droghe “naturali”. Durante la tournée, nella suite in cui alloggiavano i Beatles fecero conoscenza con il folk-singer americano Bob Dylan che, vistesi offrire delle pasticche sintetiche – del tipo che essi assumevano come stimolanti durante la gavetta di Amburgo –, propose ai quattro in alternativa «qualcosa di più naturale [...] un po di marijuana»[104], con risultati esilaranti per tutti[105]. Dopo il tour autunnale in terra britannica, attesi spasmodicamente anche in Italia, dal 24 al 28 giugno del 1965 i Beatles effettuarono un mini-tour italiano[106] organizzato dallimpresario Leo Watcher, e in ciascuno dei concerti – uno al pomeriggio e uno alla sera – suonarono per poco più di mezzora (preceduti da artisti rock italiani molti dei quali della scuderia Carisch come Angela, Peppino Di Capri, Fausto Leali e i New Dada); nonostante la brevità delle performance dei Beatles, i fan che accorsero ad ascoltarli al Velodromo Vigorelli di Milano, al Palasport di Genova e al Teatro Adriano di Roma ne rimasero entusiasti. In nessuna delle esibizioni si registrò il tutto esaurito[106] e fu quella lunica volta che suonarono in Italia. I Beatles al Teatro Adriano di Roma nel giugno 1965 Nel giugno del 1965, nel pieno della loro carriera, venne annunciato che i componenti del complesso sarebbero stati insigniti della onorificenza di Membri dellOrdine dellImpero Britannico dalla regina Elisabetta II[107]. La nomina avvenne a seguito di richieste popolari, e fu sostenuta dallallora Primo Ministro Harold Wilson[108]. La consegna dellonorificenza avvenne il 26 ottobre 1965 a Buckingham Palace, in unatmosfera cordiale stando a quanto riferito dagli stessi Beatles[109]. La motivazione ufficiale del riconoscimento fu di aver reso dei preziosi benefici alle esportazioni inglesi[110], anche se in seguito furono riconosciuti i meriti musicali, culturali e sociali del quartetto di Liverpool[111]. Raramente nel passato la Gran Bretagna aveva esportato cantanti, canzoni e composizioni e ormai veniva considerata una colonia americana per la musica leggera[112] e una colonia italiana per il bel canto. (Anni più tardi, nel 1969, Lennon avrebbe rinunciato alle onorificenze restituendo la medaglia alla regina, in un gesto clamoroso con cui intese protestare per il ruolo del Regno Unito nel Biafra e contro lappoggio agli Stati Uniti in Vietnam e per il fatto che il suo disco Cold Turkey non arrivò in cima alla Hit Parade[113]. Nel 1997, invece, Paul McCartney sarà promosso al grado di Cavaliere dellOrdine dellImpero Britannico, il che comporta il diritto al titolo di Sir davanti al nome[114]) Instancabilmente proseguirono i loro tour dopo la pausa di quattordici giorni dovuta alla registrazione dellalbum; nel secondo tour americano le scene di masse deliranti, composte soprattutto da ragazze urlanti, culminarono con lo storico concerto il 15 agosto 1965 allo Shea Stadium di New York, davanti ad un pubblico di 55.000 persone[115], documentato nel film-documentario The Beatles at the Shea Stadium. In chiusura d’anno, il gruppo effettuò un tour trionfale in giro per la Gran Bretagna[116], toccando per lultima volta la loro città natale[117]. I quattro Beatles a una conferenza stampa negli Stati Uniti (agosto 1965) Il 1966 rappresentò un anno risolutivo per le performance dal vivo dei Beatles. A cavallo fra giugno e luglio, dopo una puntata in Germania, i Beatles volarono in Giappone per cinque concerti a Tokio[118], e fecero lultima tappa nelle Filippine dove si trovarono invischiati in una situazione difficile con la polizia locale[119]. In entrambi i Paesi asiatici, i Beatles vennero per la prima volta a contatto con laspetto sinistro e inquietante della popolarità, minacciati di morte da unorganizzazione studentesca di destra a Tokio e da sostenitori del presidente Marcos a Manila[120]. Nel loro ultimo tour americano del 1966, subirono contestazioni da parte di alcuni gruppi di religiosi a causa di unintervista resa a Maureen Cleave dellEvening Standard in cui John Lennon dichiarava la presunta maggiore popolarità e incidenza dei Beatles rispetto a quella di Gesù Cristo[121][122]. Neppure la benevola e assolutoria nota del Vaticano servì a stemperare lasprezza del confronto[123]. I giornalisti li assillarono continuamente su questo tema finché Lennon riuscì a chiarire le sue tesi un volta per tutte e a calmare un po le acque[124]; i quattro musicisti però vissero ugualmente lultima fase della tournée con il terrore di essere bersaglio di qualche attentato[125]. « Non sono contro Dio, contro Cristo o contro la religione. Non avevo alcuna intenzione di criticarla. Non ho affatto detto che noi eravamo migliori o più famosi ... e non ho paragonato noi a Gesù Cristo come persona o a Dio come entità o qualsiasi altra cosa esso sia [...] Ho detto che avevamo più influenza sui ragazzi di qualsiasi altra cosa, compreso Gesù [...] Se avessi detto che la televisione era più popolare di Gesù probabilmente lavrei passata liscia. Le mie opinioni sul cristianesimo derivano da ciò che di esso ho letto e osservato coi miei occhi, e da quello che è stato e potrebbe essere. Dico semplicemente che mi sembra che stia perdendo terreno e contatto ... La gente pensa che io sia contro la religione, ma non è così. Sono una persona molto religiosa... » (John Lennon[126], 1966) Stressati dal clima minaccioso e logorati da anni di sfibranti tournée[127], i Beatles decisero che la loro ultima esibizione dal vivo sarebbe stata il concerto che tennero al Candlestick Park di San Francisco, il 29 agosto del 1966[128]. Verso la maturità musicale (1964-1965)[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi A Hard Days Night (album The Beatles), Beatles for Sale, Help! (album The Beatles) e Rubber Soul. Paul, George e John durante unesibizione alla TV olandese nel 1964 Nel tempo libero dagli impegni legati ai tour, i Beatles si dedicarono alle attività musicali in sala di registrazione e – in misura minore – alle esibizioni sul set cinematografico. Il 10 luglio 1964 venne dato alle stampe A Hard Days Night: il film omonimo fu un vero e proprio tributo alla beatlemania; lidea portante era di riprendere trentasei ore della vita dei quattro musicisti nello stile di un documentario. A Hard Days Night si rivelò il loro migliore album fino a quel momento[129] e per la prima volta un loro LP conteneva esclusivamente brani originali (fra laltro tutti firmati dalla coppia Lennon/McCartney, caso unico nella discografia dei Beatles). Il disco viene ricordato anche per lintroduzione della Rickenbacker elettrica a dodici corde, e del rivoluzionario stile, contemporaneo a quello dei Byrds di Roger McGuinn[130]. Paul McCartney si specializzò sempre di più nella produzione di canzoni melodiche, sentimentali e accattivanti come And I Love Her e Eight Days a Week, mostrando però unaccuratezza tecnica sempre maggiore. Laffaticamento dovuto alle tournée che si susseguivano a ritmo battente causò il passo indietro di Beatles for Sale, uscito il 27 novembre 1964. Il titolo sardonico ma emblematico, ideato da John Lennon, rifletteva le stesse impressioni del brano più gettonato che fu Eight Days a Week; la stanchezza aleggiava tra le note dellalbum nonostante il più alto numero di cover presenti, ben sei, e per di più prese in prestito da autori della fama di Buddy Holly, Chuck Berry, Little Richard[131]. Per queste ragioni viene considerato lalbum meno incisivo del gruppo[132]. Tale lavoro fu però un passo necessario per consentire il percorso evolutivo musicale esplicato dapprima con Help!, altro album di supporto a un film omonimo. La pellicola risultò essere un successo commerciale e finanziario, ma un fiasco sotto il profilo artistico[133], evidenziando più che altro il buon talento recitativo di Ringo Starr[134] e un certo disinteresse di John Lennon per le riprese[135] (proprio lui in seguito attore di primo piano nella pellicola Come vinsi la guerra). Il disco mise in evidenza da una parte la passione di Lennon per Dylan manifestata nella ballata Youve Got to Hide Your Love Away e la sua ricerca di testi sempre più elaborati e impegnati, dallaltra la continua ricerca di brani melodici e romantici, condotta da Paul McCartney e culminata nella evergreen Yesterday[136]. Help! fu pubblicato nellagosto 1965 e solo quattro mesi più tardi la loro evoluzione li portò al risultato straordinario di Rubber Soul[137], album raffinato e ricercato in cui compare per la prima volta nella musica leggera occidentale il suono del sitar indiano, e le cui sonorità presero il sopravvento sui temi trattati nei primi anni di carriera, volutamente non impegnati e frivoli, atti a conquistare più pubblico possibile[138]. E cominciò anche luso di stupefacenti come lLSD, che avrebbero ispirato direttamente il testo e le suggestioni psichedeliche di molti loro brani[139]. Rubber Soul venne pubblicato nel dicembre del 1965. Paul McCartney confermò i suoi talenti in Drive My Car mentre con Michelle cantò un inno allamore meritevole di innumerevoli cover; John Lennon compose in Norwegian Wood il quadretto di unavventura extraconiugale; in Nowhere Man delineò un ritratto delluomo medio contemporaneo proteso verso falsi e inutili traguardi a causa della perdita del senso della vita; in Girl e In My Life la vena ironica si accostò perfettamente a quella nostalgica e a quella romantica. La vetta artistica (1966-1967)[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Revolver (The Beatles), Sgt. Peppers Lonely Hearts Club Band e Magical Mystery Tour (album). « Oggi penso che tutto ciò che abbiamo fatto finora sia spazzatura. Agli altri magari piace quello che abbiamo fatto, ma noi non ci illudiamo. Non significa nulla rispetto a ciò che vogliamo realizzare adesso » (George Harrison, 1966[140]) Geoff Emerick (a sinistra), qui insieme al musicista polacco Maciek Miernik (2003) La maturità artistica del gruppo di Liverpool è da molti critici considerata il biennio 1966-67. Nel 1966 viene pubblicato Revolver, che molti critici musicali ritengono un picco nella creatività dei Beatles[141]. Il nuovo LP iniziò la fase in cui la musica dei Beatles prendeva forma in lunghe e articolate sessioni in studio, con lassistenza di Geoff Emerick, giovane tecnico assunto in EMI cinque anni prima alletà di 15 anni, piuttosto insofferente alle normative consolidate da anni ad Abbey Road riguardanti le metodologie da usare nella presa del suono. Emerick sfruttò con abilità tutte le risorse fornite dalla primitiva tecnologia dellepoca, ne introdusse di assai innovative, e così vennero alla luce capolavori sul piano del suono che sarebbe stato impossibile riprodurre in concerti dal vivo[142]. Revolver parlò di amore, di droga, ma anche di tasse con il pezzo di apertura Taxman, critico verso i politici inglesi dellepoca, composto e cantato da George Harrison. Parlò anche di morte: con Tomorrow Never Knows di John Lennon che si era ispirato al Libro tibetano dei morti con la voce immersa tra suoni di nastri riprodotti al contrario, anticipando Sgt. Peppers, e con Eleanor Rigby di McCartney, che compose anche For No One, Good Day Sunshine e Here, There and Everywhere. I suoni si arricchirono di strumenti indiani e di molte altre innovazioni elaborate in studio in modo artigianale ma dalla grande resa finale. Cominciarono gli anni delle lunghe sedute di registrazione in studio: non potendo riprodurre dal vivo le complesse sonorità dei brani presenti sui loro dischi a partire da Revolver, ma anche estenuati dalle tournée mondiali con tumultuose esibizioni in cui il suono del gruppo era letteralmente sommerso dalle urla delle fan[143] e preoccupati per le prime minacce piovute dai fanatici religiosi[144], i Beatles interruppero lattività dal vivo e si dedicarono esclusivamente allattività in studio di registrazione. Fu questa una scelta dolorosa per Brian Epstein che si sentì a quel punto persino inutile e ingombrante[145]. In studio nel 1966: da sinistra Harrison, McCartney, George Martin e Lennon Il 1º giugno del 1967 fu pubblicato il disco considerato da molti il più importante della storia del rock: Sgt. Peppers Lonely Hearts Club Band, inizialmente pensato come un concept album che avrebbe dovuto rievocare gli anni della loro infanzia e adolescenza a Liverpool. Il titolo nacque su idea di Paul McCartney che voleva creare una nuova identità al gruppo[146]. Tuttavia, esigenze contrattuali imposero che venissero commercializzati come 45 giri i due brani del progetto già registrati: Penny Lane e Strawberry Fields Forever[147]. Veniva così pubblicato un 45 giri dal doppio lato A, cioè con due pezzi di pari livello (cosa questa inventata proprio per i Beatles, e avvenuta per la prima volta nel 1965 con Day Tripper/We Can Work It Out[148]). Ciononostante, Sgt. Pepper conservò unapparente compattezza, dovuta alle innovazioni sonore introdotte[149] e al momento particolarmente ricettivo del pubblico, a dispetto della disomogeneità qualitativa dei brani presenti nel disco. Anni dopo, John Lennon rivendicherà lindividualità dei suoi pezzi (Lucy in the Sky with Diamonds, A Day in the Life i più notevoli) affermando che sarebbero potuti stare in qualunque 33 giri dei Beatles, negando implicitamente che Sgt. Pepper fosse un concept album. Luscita del disco provocò uno strappo nel panorama musicale mainstream: tutto, dalla copertina, ai suoni, alla chiusura con la epica e apocalittica A Day in the Life, era la riproposizione in chiave moderata e popolare delle pietre miliari del 1966 americano, ovvero gli album dei Byrds, dei Beach Boys (Pet Sounds) e di Bob Dylan (Blonde on Blonde). Da questo momento la musica pop poteva a ben diritto essere considerata arte[150]. Nella copertina dellalbum cè un messaggio ironico allindirizzo del loro gruppo rivale, costituito dalla frase Welcome The Rolling Stones stampata sulla maglietta di un pupazzo dalle fattezze di una bimba col viso di Shirley Temple. Jimi Hendrix rese onore alluscita dellalbum producendo rapidamente una cover del brano di apertura[151] spesso eseguita durante i suoi concerti. « Latmosfera dellalbum era in sintonia con lo spirito di quel periodo, perché noi stessi eravamo permeati da quello spirito. Non intendevamo fare di tutto per dargli quellatmosfera, semplicemente ceravamo dentro. E non è stato solo il clima del periodo a influenzarci; ho cercato dei riferimenti che fossero più estremi. Latmosfera del tempo assomigliava di più ai Move o agli Status Quo o gruppi del genere. Invece oltre a tutto ciò, cera quello spirito davanguardia che penso sia entrato in Pepper. Era decisamente un movimento di popolo. Voglio dire, noi non stavamo cercando di alimentare quel movimento, noi ne eravamo parte, come lo eravamo sempre stati. Ritengo che i Beatles non siano stati i leader di una generazione, ma i suoi portavoce » (Paul McCartney[152]) Il 25 giugno il gruppo registrò dal vivo negli studi EMI la lennoniana All You Need Is Love che sarebbe diventata linno dei figli dei fiori e della Summer of Love[153]; lanciata in mondovisione durante la prima trasmissione internazionale televisiva via satellite, rappresentò simbolicamente tutto il movimento artistico musicale britannico e la nascente generazione dellamore. Famosi ma non infallibili, così i Beatles si scoprirono in quei mesi: tra le altre cose, il loro terzo film (destinato alla televisione) Magical Mystery Tour, di cui firmano – e sarà lunica volta – la regia, si sarebbe rivelato un fiasco[154]. Magical Mystery Tour uscì come EP in Gran Bretagna con le sole sei canzoni del film, mentre in America (e in Italia) fu pubblicato un LP comprendente tutti i singoli del 1967, tra cui Strawberry Fields Forever e Penny Lane, i due grandi esclusi di Sgt. Pepper. Magical Mystery Tour venne concepito come un piccolo Sgt. Pepper, con la roboante canzone iniziale, appunto Magical Mystery Tour, di McCartney, un corpo centrale, e un pezzo finale di John Lennon, I Am the Walrus, dal sapore squisitamente psichedelico; ispirata da un poema di Lewis Carroll, The Walrus and the Carpenter, contenuto in Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, è una delle canzoni più notevoli in assoluto di John Lennon[155] (gli Oasis, grandi estimatori dei Beatles, la inserivano spesso tra i brani finali dei loro concerti). Altro brano rilevante era The Fool on the Hill, composto da un lirico Paul McCartney. Il 27 agosto[156] il loro scopritore e manager storico Brian Epstein sarebbe stato trovato morto nella sua stanza, per un letale mix di alcool e psicofarmaci. La complessa macchina organizzativa e soprattutto amministrativa del gruppo si trovò così allimprovviso senza una guida[157]. I Beatles ricevettero la notizia mentre erano a Bangor, nel Galles, ad un convegno organizzato dal Maharishi Mahesh Yogi, riguardante la meditazione trascendentale[156]. « Abbiamo ricevuto una telefonata. Non so chi di noi ha risposto, forse John. È sbiancato improvvisamente: Brian è morto. Si è saputo pochissimo, solo che era stato trovato morto. È strano che sia successo proprio allora, quando avevamo appena iniziato con la meditazione. Può anche non sembrare una circostanza fondamentale, ma lo è stata. Laver iniziato un viaggio allinterno di noi è stato un gran cambiamento nella nostra vita, e il fatto che Brian abbia tirato le cuoia proprio quel giorno è stato così strano. Così abbiamo piantato in asso tutto e siamo usciti incontro ai giornalisti. Abbiamo detto un casino di volte che eravamo scossi e storditi. Siamo saltati in macchina e siamo tornati a Londra » (George Harrison[158]) I primi contrasti (1968)[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Soggiorno dei Beatles in India e The Beatles (album). Il guru Maharishi (1973) Il 1968 si aprì con un viaggio in India a Rishikesh, presso il Maharishi Mahesh Yogi, alla scuola di pensiero della Rigenerazione spirituale di cui i Beatles erano nel frattempo diventati adepti. Al ritorno dallIndia, John e Paul volarono a New York per il lancio della loro società di produzione ribattezzata Apple e che aveva per simbolo una mela verde. Con la loro società, essi spiegarono, volevano offrire la possibilità a tutti gli artisti che avevano qualcosa da dire, fossero essi musicisti, scrittori, cineasti, di potersi esprimere senza passare dalla dura gavetta e dalla spasmodica ricerca di qualcuno che gli desse fiducia come era capitato a loro[159]. « Siamo nella felice condizione di non aver più bisogno di denaro. Quindi, per la prima volta, dirigiamo unazienda senza lossessione del profitto. Noi abbiamo già realizzato tutti i nostri sogni, ora vogliamo condividere questa possibilità con altri » (Paul McCartney[160]) Paul disse in una conferenza stampa che lidea era quella di un comunismo occidentale[161]. Di fatto, lattività principale della Apple fu la produzione dei loro dischi, che dal White Album in poi iniziarono ad apparire con letichetta della mela verde, intera su un lato del disco e tagliata a metà sullaltro. Si trattò di unimpresa velleitaria che risucchiò molto denaro[162] e dette risultati assai modesti rispetto alle aspettative artistiche, anche se alla fine uscirono per la Apple dischi di autori di talento, come il giovane James Taylor[163]. Con il contributo anche di molti brani composti durante il loro soggiorno presso lashram himalayano del Maharishi, conclusosi con una certa delusione da parte loro, nacque il doppio The Beatles (soprannominato White Album per la copertina completamente bianca), uscito nel novembre del 1968. Nel disco è evidente come il gruppo stesse perdendo la propria coesione[164], in quanto ogni brano riporta lidentificabile cifra stilistica del suo autore, ma anche in positivo il prepotente emergere come compositore di George Harrison (sua infatti la notevole While My Guitar Gently Weeps, che si segnalò anche per linedita presenza alla chitarra solista di Eric Clapton). Alcuni brani (Revolution 9, Piggies, Blackbird e soprattutto Helter Skelter) furono distorti dalla mente ossessionata di Charles Manson che li interpretò come un messaggio inviatogli dai Beatles in cui veniva sollecitato a prepararsi a un prossimo scontro razziale[165], e fu proprio Helter Skelter il nome che Manson diede al futuro conflitto fra bianchi e neri[166]. Lalbum presenta particolarissimi spunti innovativi psichedelici e di musica ambient-alternativa come Revolution 9 e alcune sonorità di contaminazione jazz, blues e musica etnica. In quel periodo i percorsi della musica cosiddetta alta e della musica bassa, per così dire, si incrociarono e da questi accostamenti nacquero progetti, suite, opere sempre più avveniristici. Il disco ebbe uno strepitoso successo di vendite[167], ma nonostante il trionfo i quattro musicisti si accorsero di non avere più tra loro quella sintonia dei primi tempi[168]. La fine (1969-1970)[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Let It Be (album The Beatles) e Abbey Road (album). Il 3 di Savile Row, sede della Apple Corps Per questi motivi e per rimediare ai sempre più frequenti contrasti interni (dovuti anche alla presenza ingombrante della nuova compagna di Lennon, Yoko Ono), nacque lidea di tornare alle origini con un disco più spontaneo e meno ricercato, registrato in diretta senza le ricercatezze e le elaborazioni in studio dei loro ultimi lavori[169]. Il progetto, dal nome Get Back, prevedeva anche un film sulla sua realizzazione e il ritorno a una performance dal vivo. Le riprese delle sedute di registrazione furono affidate al regista Michael Lindsay-Hogg. Venne così immortalato un litigio tra Paul e George a proposito del modo in cui il chitarrista interpretava la musica di McCartney: un episodio che ben rifletteva le tensioni latenti nel gruppo[170]. Le riprese, iniziate negli inospitali studi cinematografici di Twickenham a Londra, poi abbandonati per uno studio casalingo alla Apple Records in Savile Row, sarebbero diventate un film uscito con lo stesso titolo dellalbum, Let It Be - Un giorno con i Beatles, destinato a restare – e a farli restare – nella storia della musica pop. Dopo molte ipotesi – tra cui quelle di tenere un concerto di chiusura su una nave, in un anfiteatro in Tunisia o nella cattedrale di Liverpool – il palcoscenico, lultimo stage, divenne la terrazza del loro quartier generale londinese, la Apple, al numero 3 di Savile Row dove, il 30 gennaio del 1969, ebbe luogo il loro ultimo concerto dal vivo[171]. Le strisce pedonali immortalate nella copertina di Abbey Road Il pubblico era costituito, oltre che dagli operatori addetti alle riprese cinematografiche del concerto, da una manciata di fortunatissimi curiosi, per lo più impiegati dello stesso stabile, che scalando comignoli e tetti, mai potevano immaginare che sarebbero stati fortunati testimoni di un evento. In strada, per contro, decine e decine di poliziotti faticavano a tenere a bada ancora una volta lennesima (e ultima) massa di fans che avevano appreso in qualche modo la notizia della performance. Ma già dopo le incisioni di gennaio 1969, i Beatles persero entusiasmo per il film Get Back e per l’omonimo disco. Perciò lasciarono i nastri al tecnico del suono Glyn Johns che fu incaricato di mixare il materiale. Johns si mise al lavoro, preparando in varie sedi e in tempi diversi alcune varianti di acetati che potevano costituire altrettante versioni dell’album; ma i risultati del lavoro del tecnico non ricevettero grande attenzione né videro mai la luce, almeno nella discografia ufficiale della formazione[172]. Con la scusa dei ritardi nella confezione dellalbum e nella postproduzione della pellicola, Get Back venne più volte rimandato. I problemi erano effettivamente altri: i piccoli rancori personali e i grandi disastri finanziari scaturiti dalla Apple. Lingresso del manager Allen Klein, destinato a risanare il grave deficit, fu osteggiato dal solo Paul, il quale propose lo studio dellavvocato Eastman, il padre di Linda[173]. Su quella disputa, importante ma in altri tempi probabilmente superabile, i quattro ruppero del tutto i rapporti[174], e poco dopo persero anche il controllo sulla Northern Songs[175], che controlla i diritti editoriali di quasi tutto il catalogo dei Beatles. Il produttore Phil Spector Lunica che premeva per avere un disco nei negozi entro la fine dellanno era la EMI, che riuscì a mandare in porto una tregua temporanea: tra luglio e agosto, negli studi di Abbey Road, richiamato George Martin che li aveva abbandonati dopo il White Album perché stanco dei continui litigi[176], i Beatles scrissero, provarono e registrarono le ultime canzoni della loro storia. Neppure un mese dopo fu pronto Abbey Road, il testamento artistico che conteneva capolavori quali Come Together, Here Comes the Sun, She Came In Through the Bathroom Window e Something. In Abbey Road i Beatles utilizzarono il moog (celebre sintetizzatore di suoni) nella canzone Because. Il disco, lultima opera del quartetto di Liverpool, a parere unanime risultò essere un lavoro di eccellente levatura[177][178]. Mentre McCartney stava registrando i brani del suo primo album da solista, Lennon aveva da poco esordito in concerto con il suo nuovo gruppo, la Plastic Ono Band. Il 3 gennaio del 1970, Paul, George e Ringo effettuarono lultima seduta a nome Beatles e registrarono una canzone di Harrison, I Me Mine, ultima aggiunta allalbum. Poche settimane dopo, Paul comunicò ai compagni lintenzione di abbandonare il gruppo. Dopo luscita di Abbey Road, Harrison e Lennon, allinsaputa di McCartney, chiamarono laffermato produttore Phil Spector per affidargli i nastri di Get Back: nastri che Spector in alcuni casi rielaborò appesantendoli con gli effetti del “muro del suono”, tecnica di sua ideazione[179]. Il prodotto che ne derivò è lalbum Let It Be, che sarebbe uscito un mese dopo lintervista con cui McCartney annunciò labbandono del gruppo[180] dopo aver ascoltato le modifiche apportate da Spector alla sua The Long and Winding Road[181]. Fu latto finale. Sarebbero seguite diverse cause legali, ma anche quattro carriere soliste certo non paragonabili tra loro (e difficilmente accostabili a quella del complesso unito), e uneredità pesantissima. A distanza di più di trentanni, nel 2003 fu pubblicata la versione originale dellalbum senza nessun ritocco e artificio, Let It Be... Naked, disco campione dincassi ancora una volta, e che consacrò, anche nel nuovo millennio, il gruppo di Liverpool. « Gli anni Sessanta hanno assistito a una rivoluzione tra i giovani, che non si è limitata solo ad alcuni piccoli segmenti o classi, ma che ha coinvolto lintero modo di pensare. Toccò prima ai giovani, poi la generazione successiva. I Beatles furono parte di questa rivoluzione, che in realta è unevoluzione ancora in atto. Eravamo tutti sulla stessa barca: una barca che andava alla scoperta del Nuovo Mondo. I Beatles erano di vedetta. » (John Lennon[182])
Posted on: Mon, 21 Oct 2013 18:08:02 +0000

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