Tra Sacro e profano, tra un dolcetto e uno scherzetto, tra usanze - TopicsExpress



          

Tra Sacro e profano, tra un dolcetto e uno scherzetto, tra usanze acquisite e nostrane si pone la festa di Halloween, la festa in machera che sempre più sta prendendo piene nelle culture europee ed in Italia. Per molti la parola Halloween ha origine anglosassone e probabilmente deriva da una contrazione della frase “All Hallowes Eve”, ovvero la notte di Ognissanti, che venne abbreviato in Halloew’Even, poi in Halloe-e’en ed infine in Halloween. La sua celebrazione tuttavia ha origini ancora più antiche e pone le sue radici nella civiltà celtica, più precisamente nel periodo pre-cristiano, nella fattispecie nella festività celtica di Samhain. Secondo il Calendario Celtico in uso 2000 anni fà fra i popoli che occupano l’Inghilterra, l’Irlanda e la Francia del Nord, il 1° Novembre rappresentava l’inizio del nuovo anno, una sorta di Capodanno per loro. Per le popolazione del tempo, che basavano il tutto sul ciclo naturale della natura e di ciò che li circondava, la festa di Halloween celebrava il definitivo passaggio alle metà oscura dell’anno, che per i Celti significava lasciarsi alle spalle la stagione della luce. E’ per questo che i tipici colori della festa sono il nero e l’arancio, che rappresentano il primo il buio dell’inverno che arriva e l’altro il colore dell’estete che sta per svanire. Non esistono tuttavia forti certe che fanno luce sull’esatta natura di Samhain. Come detto sino ad ora Samhain per molti è solo un periodo dell’anno in cui celebrare (soprattutto per i Celtici) la fine dei raccolti e l’inizio dell’inverno (i greggi venivano riportati giù dai verdi pascoli estivi, e le persone si chiudevano nelle loro case per trascorrere al caldo le lunghe e fredde notti invernali passando il tempo a raccontare storie e a fare lavori di artigianato), per altri invece era visto come l’inizio del semestre dominato dal Dio delle Tenebre, Samhain (Samain, Samhuin) appunto. Si credeva inoltre che il periodo a cavallo con la festa di Halloween fosse un tempo sacro, durante il quale incontri soprannaturali e prodigi potevano verificarsi con più facilità. I Celti credevano infatti che Samhai, il Signore della Morte, Principe delle Tenebre, chiamasse a sé tutti gli spiriti dei morti e temevano che in tale giorno tutte le leggi dello spazio e del tempo fossero sospese, permettendo al mondo degli spiriti di unirsi al mondo dei viventi. I Celti infatti credevano che i morti risiedessero in una landa di eterna giovinezza e felicità chiamata Tir nan Oge e ritenevano che a volte i morti potessero soggiornare assieme al Popolo delle Fate nelle collinette di cui il territorio scozzese ed irlandese è contornato. Si pensava, inoltre, che in questa notte le persone morto tornassero sulla Terra in cerca di nuovi corpi da possedere per l’anno nuovo in arrivo. Ecco così che in molti villaggi veniva spento ogni focolare, anche il Fuoco Sacro sull’altare, che veniva riacceso la mattina successiva. Secondo la tradizione i Druidi si incontravano sulla cima di una collina in unoscura foresta di querce (albero considerato scaro) per accendere il Nuovo Fuoco e offrire sacrifici di sementi e animali. Danzando e cantando intorno al focolare fino al mattino, si sanciva il passaggio tra la stagione solare e la stagione delle tenebre. Quando il mattino giungeva, i Druidi portavano le ceneri ardenti del fuoco presso ogni famiglia che provvedeva a riaccendere il focolare domestico. Lusanza moderna di travestirsi nel giorno di Halloween nasce appunto dai Celti, che dopo il rito dei sacrifici nella notte del 31 Ottobre festeggiavano per 3 giorni, mascherandosi con le pelli degli animali uccisi per esorcizzare e spaventare gli spiriti. Vestiti con queste maschere grottesche ritornavano al villaggio illuminando il loro cammino con lanterne costituite da cipolle intagliate al cui erano poste le braci del Fuoco Sacro. Ricordiamo che per i Celti non esistevano nel diavoli, ne demoni ma bensì le Fate che appunto nella notte di Samhai erano solite fare “scherzetti”. Tuttavia il detto “dolcetto o scherzetto” non ha le sue radici in esse ma ben sì al periodo tardo-medioevale. Si pensa infatti che i primi cristiani in cammino da un villaggio allaltro, elemosinavano per un pezzo di dolce dellanima, che altro non era se non un pezzo di pane. Più dolci dellanima una persona riceveva, più preghiere questa persona prometteva di recitare per i defunti della famiglia che aveva a lui donato il pane. Infatti a quei tempi si credeva che i defunti potessero giungere al Paradiso non solo attraverso la preghiera dei propri cari, ma anche degli sconosciuti. Tuttavia non erano solo i Celti a festeggiare questa data. Anche i Romani nell’intorno del 1° Novembre onoravano Pomona la dea dei frutti e dei giardini. Durante questa festività venivano offerti frutti alla divinità per propiziare la fertilità futura. In altre parti del Vecchio Continente, ove si privilegiava la cultura pagana, il 31 Ottobre si celebrava la festa del Black Sabbath. Una tradizione dunque ben radicata nelle popolazioni dell’Europa tant’è che nemmeno l’avvento della chiesa cattolica riuscì a sradicare completamente. Infatti nel 835 Papa Gregorio spostò la festa di Tutti i Santi dal 13 Maggio al 1° Novembre, pensando così di dare un nuovo significato ai culti pagani. Tuttavia linfluenza nefasta del culto di Samhain non fu sradicata e per questo motivo la Chiesa aggiunse, nel X° secolo, una nuova festa: il 2 Novembre il Giorno dei Morti in memoria delle anime degli scomparsi che venivano festeggiati dai loro cari, che mascherandosi da santi, angeli e diavoli accendevano del falò. Lantico rito celtico del Fuoco Sacro sopravvive ancora in Inghilterra, dove il 5 Novembre si festeggia il Guy Fawkes Day.
Posted on: Fri, 01 Nov 2013 08:42:25 +0000

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