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leggete.....è carinissima!!!! Ecco quindi i 10 motivi per non sposarne uno: 1) Scambia il giorno con la notte. Dividere la casa con un musicista professionista, uno di quelli che fa concerti e va in tour, equivale nella quotidianità, a convivere con un neonato. La mattina, mentre tu ti svegli e ti alzi per andare al lavoro, lui sta appena entrando nella fase REM perché è entrato nel letto da meno di un’ora. La sera, mentre tu crolli provata dalla giornata infernale, lui è sveglio come un grillo, carico a pallettoni e pronto per vivere nuove avventure. 2) È fidanzato col gruppo. Se sei convinta di essere il grande amore della sua vita, non hai fatto bene i conti col gruppo. Far parte di una band significa essere membro di una famiglia allargata, ergo: telefonate continue, ospiti accidentali e cene improvvisate a ripetizione. Rigorosamente senza preavviso. 3) È monotematico. Il nostro beneamato è un artista eclettico, lo adoriamo per questo, ma ascolta sempre gli stessi pezzi. La musica che amiamo è ispirazione, d’accordo. La musica che amiamo può farci riflettere sulle nostre radici, d’accordo. Ogni tanto, però, potrebbe farci la cortesia di ascoltare qualcosa di diverso. Magari cambiando sottofondo si potrebbero aprire orizzonti nuovi. No? 4) È duro d’orecchi. Non vedi l’ora di incontrarlo per raccontargli quello che ti è successo, ma in alcuni momenti, quando gli parli noti il suo sguardo assente e un’inquietante assenza di segnali. Non prendertela. Sta scrivendo una canzone. L’homus musicalis quando entra nella fase compositiva fatica a staccarsi dalla compositività. Appuntatevi tutto e poi diteglielo più avanti. 5) Va seguito. Quando entra nella fase concertifera, gli si abbassa automaticamente la soglia dell’attenzione, dunque può capitare che dimentichi qualcosina in giro. Niente di grave: il telefono in modalità silenziosa in macchina, le chiavi di casa attaccate alla porta, la fidanzata in camerino dopo aver suonato. 6) Tatoo story. I grandi rocker, si sa, sono pieni di tatuaggi. Più ne hanno sulla pelle, più si sentono selvaggi. Poco male, ne ho anch’io. Il problema sorge dal fatto che gli si forma intorno un capannello di persone che lo fissano ogni volta che si va in spiaggia; il gruppo è talmente compatto che ci fa ombra. Mai una volta che torniamo a casa abbronzati. 7) Delicatezze. La quantità di panni di un musicista da lavare dopo un concerto è paragonabile solo a quella che mette insieme un muratore. Sommando le luci che gli sparano addosso, il monta-smonta degli strumenti e il pathos dell’esibizione, suda come se lavorasse la giornata intera con cemento e cazzuola. La divisa da palco, nera e delicata, deve essere ripulita e riapparire a tempo record nell’armadio. Ormai la lavatrice la riconosce automaticamente e fa partire da sola il programma. Per fare la groupie ci vuole un fisico bestiale. Seguirlo a ogni concerto, diciamocelo, è una faticaccia. Il viaggio, le prove suoni, e tutte le fasi di preparazione di un’esibizione, alla lunga sono logoranti per chi non deve esibirsi. Il mattino dopo, tornata a casa ti ritrovi sempre con qualche anno in più sulle spalle. 9) Look at me. La questione del look per la compagna ufficiale di un rocker è assai importante e arriva sempre il momento in cui misurarsi con la Queen of Groupies: Kate Moss. Il confronto è crudele e impari e nessuna di noi può sostenerlo. Fatevene una ragione. 10) La pazienza è la virtù dei forti. Ricordati che se il disordine ti turba nel profondo, la puntualità assoluta è una tua priorità e non possiedi nemmeno un briciolo di pazienza, per il tuo bene, dovresti mantenerti ad una distanza minima di 100 m perché soffri di allergia da musicista. Donna avvisata, mezza salvata.
Posted on: Tue, 20 Aug 2013 12:02:30 +0000

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