Criminalità, le mani delle mafie su Roma Arresti e sequestri a - TopicsExpress



          

Criminalità, le mani delle mafie su Roma Arresti e sequestri a camorra e ndrangheta I Centri Operativi della Dia di Roma e Reggio Calabria hanno dato esecuzione al provvedimento di confisca dei beni riconducibili al 43enne noto imprenditore e immobiliarista romano Federico Marcaccini, divenuto definitivo a seguito della pronuncia della Corte Suprema di Cassazione che ha dichiarato l’inammissibilità dei ricorsi proposti dall’interessato, condannandolo, tra l’altro, al pagamento delle spese processuali. Il provvedimento, che trae origine da una proposta di misura di prevenzione patrimoniale a firma del Direttore della Dia, colpisce il patrimonio aziendale di 33 società di capitali, di cui ventisette con sede a Roma, quattro in provincia di Roma e due a Latina, operanti nei settori immobiliare, edilizio, ricerca e sviluppo nei comparti ambientale e tecnologico, commercio di autovetture e gestione servizi aeroportuali; beni mobili e immobili di pregio per 120 milioni di euro circa riconducibili alle società. Tra i beni confiscati dalla Dia allimprenditore romano Federico Marcaccini, aziende e beni mobili e immobili di pregio per 120 milioni di euro. Al termine di un’indagine coordinata dai magistrati della Procura della Repubblica di Napoli - Direzione Distrettuale Antimafia, invece, i finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, nei confronti di 15 persone accusate i delitti di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di beni, usura, estorsione, illecita concorrenza con minaccia e violenza, detenzione illegale di armi, delitti aggravati dalla finalità di agevolare l’associazione mafiosa e dalla metodologia mafiosa dell’azione. Nello stesso contesto è in corso l’esecuzione del sequestro di beni mobili e immobili, società e disponibilità finanziarie, per un valore stimato pari a circa 30 milioni di euro. Le indagini - condotte dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli - hanno consentito di raccogliere un quadro grave indiziario da consentire di ritenere come il sodalizio dei Casalesi, partendo dalla provincia di Caserta, fosse riuscito a garantirsi, con la forza dell’intimidazione mafiosa, la gestione monopolistica e violenta del settore della produzione, installazione, distribuzione e noleggio delle cosiddette macchinette mangiasoldi, nonché l’esercizio organizzato delle scommesse e del gioco, non solo in Campania, ma anche nel Lazio e in alcuni quartieri della città di Roma, in particolare ad Acilia. Omniroma
Posted on: Tue, 29 Oct 2013 13:00:40 +0000

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