ALFONSO BERARDINELLI (IL SOLE 24 ORE): “Il caso Severino, - TopicsExpress



          

ALFONSO BERARDINELLI (IL SOLE 24 ORE): “Il caso Severino, dell’essere una lampada”. Da il ‘SOLE 24 ORE’ di domenica 23 giugno 2013, issuu/segnalazioni.box/docs/il_caso_severino__dell_essere_una_l, stendiamo qualche osservazione (oltre a qualche velo pietoso) sulla recensione di ALFONSO BERARDINELLI (= d’ora in poi AB) del libro di Severino: “Intorno al senso del nulla” ……………………………………………..………. AB esordisce così: . Davvero geniale, il nostro AB, un’analisi così acuta e profonda non compariva da secoli nel patrimonio culturale filosofico mondiale, ma che dico “mondiale”, intergalattico! … Grazie davvero. Ma intanto, attribuendo a Severino _ infatti AB è così accorto e solerte da ricordarci che _ , ha già commesso il primo passo falso, giacché non sa che il verbo essere _ nella teoresi severiniana _ è il significato formale includente tutte le determinazioni, cioè tutti gli ESSENTI (= i quali sono una specificazione dell’essere inteso nel senso appena ricordato), e visto che AB è in vena di farci la lezioncina di grammatica, allora suggeriamogli sottovoce che “essente” è un participio presente del verbo essere: contento? Che poi l’essere possa diventare _ avendo, il nostro AB, sempre di mira l’essere severiniano _ , significa non solo aver già compiuto un primo passo falso, come detto, bensì evidenzia come AB non abbia capito niente, poiché se c’è un “essere” circa il quale NON si possa affermare che sia è proprio _ anzi, esclusivamente _ l’essere severiniano, in quanto il suo significato include tutte le DETERMINAZIONI concrete, ogni e qualsiasi non-nulla, ovvero l’esatto CONTRARIO di ogni … Proseguiamo con ciò che già sin da ora si preannuncia una sconfortante lettura. AB: . AB sogna: non c’è alternativa ragionevole; sogna, allorché pensa (pensa?) che nella teoresi severiniana si possa , ossia prescindendo dal significato . Che tra essere e nulla sia è un altro sintomo di un sogno che va gradualmente trasformandosi in incubo _ per i lettori di simili “recensioni” _, giacché quei due significati costituiscono la massima antitesi, la più infinita contrapposizione che sia dato pensare, e tra gli infinitamente contrari non si dà alcuna poiché appunto sono i massimamente imparentati, né si dà alcuna , poiché l’essere non è complice del nulla bensì ne è la negazione radicale. Detto ciò, sarebbe allora interessante capire cosa AB intenda dire allorché scrive che essere e nulla , ma non pretendiamo troppo... AB: . Ah sì? Ma che perspicacia… Innanzitutto, il _ sempre stando all’interno della filosofia severiniana, dal momento che il nostro critico questa ha per oggetto _ non è affatto , bensì è l’essere che si mostra all’interno dell’apparire finito, ed in tanto il divenire è in quanto quegli stessi altro non sono che gli essenti (= essere dunque) che vanno mostrandosi, quindi come COINCIDENTE con l’essere, non certo come suo . Ma la ‘chicca’ filosofica non poteva tardare a palesarsi: . Grandiosa; . Ma se divenisse, cesserebbe di esser , poiché divenendo, diverrebbe ALTRO dal divenire, cioè sarebbe quel suo altro in cui consiste l’immobilità, il non-diveniente. Sono i contenuti (= gli essenti) che divengono (in senso non-nichilistico), non IL DIVENIRE IN SÉ! Il divenire non può divenire dello stesso divenire degli essenti, altrimenti non avremmo divenire alcuno. Esso è tale perché NON diviene. Se divenisse, sarebbe allora UN contenuto empirico tra i tanti, soggetto ad un flusso diveniristico che a sua volta dovrebbe includerlo, e via all’infinito. Il divenire NON si muove, a muoversi _ casomai _ sono gli essenti; tantomeno : se fosse così, avremmo ora il divenire, ora l’immobilità, in perpetua alternanza. E non sembri una sottigliezza ciò che invece è una distinzione fondamentale, poiché il divenire è il processo del sorgere e del tramontare degli essenti, e come tale non può a sua volta divenire. AB: . Il divenire cui consiste (anche) la lettura di queste righe, ci fa in realtà soltanto piangere… AB: . Chiunque abbia letto anche soltanto qualche pagina del filosofo bresciano, saprà bene che egli NON NEGA il divenire in sé, ma ne propone una riformulazione in chiave non-nichilistica. “Chiunque abbia letto anche soltanto qualche pagina” si diceva; AB non ha letto nemmeno una riga… Lo stesso dicasi dell’affermazione: . E’ infatti noto come Severino stesso abbia innumerevoli volte precisato che NESSUNO ci libera o ci salva da alcunché: è noto, ma non a AB. AB: . Il nostro AB non riesce a capire la differenza tra lo sviscerare i significati di un concetto e combattere lo stesso. Due situazioni ben diverse. Parlare del nulla non implica il volerlo combattere: una simile sciocchezza il nostro critico non l’avrebbe scritta se avesse avuto ben presente tale differenza e se soprattutto avesse avuto ben chiaro che il nulla non viene mai combattuto da Severino né mai invitato a farlo, giacché non si combatte l’inesistente, ed in via più generale, il “combattere” qualsivoglia cosa è prassi tutta interna all’esperienza del “mortale”, non certo un compito suggerito dal destino della necessità severiniano. AB: . In un crescendo di sciocchezza in sciocchezza, il nulla non si sconfigge, si nega da sé in quanto è un significato auto-contraddicentesi. Quanto poi al divenire, è palese che un simile aggettivo non possa esser fatto passare come se fosse implicato dalla teoresi severiniana, giacché esso è un mezzuccio sostitutivo della mancata comprensione del concetto in parola. AB: . Vivaddio! AB è finalmente riuscito a leggere singoli termini quali : è un bel progresso, non c’è che dire. E’ riuscito addirittura a riportare un brano, da pag. 108. Che diligente ed attento studioso!!! Si è applicato, non si può negarlo … Peccato che sbagli la conclusione: , giacché Severino NON NEGA il divenire bensì il senso nichilistico espresso dal diventare altro. AB: . Le domandine formulate qui da AB (attribuendole a Severino) dimostrano tutta la sua voglia di sbeffeggiare ciò che non riesce nemmeno a formulare nei termini appropriati, dal momento che (far) dire: , significa gettare fumo negli occhi del lettore per meglio ridicolizzare Severino; infatti, non è possibile cominciare chiedendosi se , dal momento che è QUESTA lampada (lo stesso AB dice: , è già presupposto il suo apparire, cioè il suo . Parimenti non ci può chiedere , perché come già mostrato sopra, i due concetti non rappresentano due significati alternativi e mutualmente escludentesi. Ma oramai è chiaro, AB certe questioni non le conosce… AB: . Basta basta, basta soprattutto per evincere una crassa ignoranza a cui vien dato incredibilmente lo spazio per recensire dei libri. A questo punto temiamo che costui sarebbe inadeguato persino di recensire “Biancaneve e i sette nani”. Secondo AB, Severino _ con l’eternità dell’essente in quanto essente _ affermerebbe che una lampada . Sconfortante, giacché quei appaiono innegabilmente. Si tratta soltanto _ ma è un “soltanto” di grande peso! _ di capire cosa comporti (quale concezione ontologica implichi) il DIVENTARE altro da sé, e NON di negare l’innegabile, ovvero che a questa lampada integra succeda (accada) quest’altra lampada in mille pezzi. AB: . Che Severino abbia e ciò nonostante AB non l’abbia capito, beh, lascio a voi la conclusione. Nel frattempo, mi si stanno annoiando i tasti del mio pc, costretti a dover digitare simili scempiaggini… AB: . Sarebbe come accusare un genetista di occuparsi soltanto o prevalentemente di genetica, o come accusare un calciatore di preoccuparsi soltanto di giocare bene e fare goal… Evidentemente AB non è al corrente di ciò che Aristotele diceva intorno all’ontologia, cioè la scienza dell’ente in quanto è ente e non in quanto stella, albero, casa, storia, morale, cibo, libro, luogo, etc. Invitiamo pertanto il Nostro a prendere in mano la Metafisica di Aristotele ed a studiarla, se mai ne sarà in grado … AB: . Ora, AB vede combattimenti, battaglie dappertutto. Troppo intento a ridicolizzare per accorgersi che la storia (come qualsiasi altra dimensione umana) è riguardata _ nella filosofia severiniana _ da un punto di osservazione che non è quello della storiografia (per questo, ci sono gli storici), bensì dal sottosuolo ontologico sul quale si muovono sia gli eventi storici, sia gli storici stessi con le loro categorie interpretative. AB: . In effetti non sempre ha giovato, a giudicare da ciò che scrive AB su Severino. Chi è impermeabile ai ragionamenti non può però stupirsi se . In realtà i testi severiniani sono comprensibilissimi, esemplari per chiarezza espositiva; certo, richiedono impegno e costanza, ma sono esenti da molte fumisterie pseudo-filosofiche le quali richiederebbero un corso accellerato di ermeneutica… AB: . Straordinario: !!! Precisazione geniale nonché tempestiva come un fulmine, grazie: peccato che ciò sia esattamente quel che Severino va argomentando da più di cinquant’anni… Inoltre, dove mai egli avrebbe detto che il divenire sarebbe ??? Sarà una divina rivelazione avuta da AB in uno dei suoi sogni… AB: . Parafrasando il nostro critico, se egli vuol recensire un testo di filosofia, dovrebbe almeno averlo letto. Lo ha letto? No, non credo. Anzi, ne sono sicuro. Quanto al presunto mondo ridotto in cenere dalla logica severiniana, beh, è ovvio che la faccenda stia in modo diametralmente contrario. Chi è colui _ il “mortale” _ che crede che il mondo sia trasformabile, che l’essente sia trasformabile nel proprio altro da sé. E’ l’abitatore del nichilismo, io, te, lui, noi, Severino e tutti gli altri. Insomma, AB non ne azzecca una giusta… AB: . Finalmente siamo giunti al termine di questa triste carrellata di puerilità spacciate per recensione. Evidentemente AB _ nel continuare a ribadire che i testi severiniani siano _ , non si rende conto che ciò lo ripete a suo disdoro e condanna, visto che ha travisato quasi tutto. Questo travisamento è grave, tanto più grave in quanto viene proposto a molti lettori per informarli. Qui è accaduto il contrario dell’informazione. Qui _ nella pagina del SOLE 24 ORE _ si è concesso uno spazio per il dileggio gratuito e disinformato fin quasi a rasentare il comico, sennonché da ridere c’è poco o nulla. Un caso grave, in tal caso però, nemmeno degno di finire nella dell’Adelphi. Il posto migliore per simili articoli è il cestino della spazzatura, perché la triste verità è che tale presunto recensore non ha aperto (né quindi letto) UNA SOLA PAGINA del libro in oggetto. Roberto Fiaschi ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
Posted on: Mon, 24 Jun 2013 13:18:02 +0000

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