“Through Sea to See” Establishing a School of Arts in Tulkarem - TopicsExpress



          

“Through Sea to See” Establishing a School of Arts in Tulkarem District II COMUNICATO “Si dice che il teatro consista nel “cercare il diverso da se” quel personaggio vivo di uno spettacolo che lo rende credibile, e che sia anche un modo per mettere in discussione le proprie certezze assolute che allontanano dalla curiosità per l’altro. Questa è la teoria, la pratica è qui in Palestina. Le certezze svaniscono, il “si fa così” riprende il suo vero significato: una frase da despota. Se veramente ci si pone in una condizione d’umiltà della conoscenza, inizia il vero lavoro, la ricerca di un linguaggio comune qui e ora, non esportabile. Questo luogo sulla bocca di tutti, dimenticato da tutti, come molti altri nel mondo, vive se esiste la volontà dell’incontro. Una piccola scuola nel distretto di Tulkarem, (provincia Palestinese molto conservatrice) può essere l’ennesima formula di facciata che tiene in pace le coscienze “benpensanti” o può essere quel seme semplice piantato in terra arida, accudito curato, che non sboccerà in pianta veloce, rapido e insignificante come un O.N.G, ma vorrà il suo tempo per crescere speciale, protetto dalla verità e dall’amore di chi lo ha piantato. Tante mani diverse con diversi talenti si dedicano alla sua crescita. L’albero ci sarà, non avrà un nome perché sarà diverso da tutti gli altri e non darà frutti peccaminosi, ma solo nutrimento e ristoro.” Susanna Mannelli responsabile artistica del progetto Si conclude in questi giorni il secondo mese trascorso dall’inizio dell’esperienza nella West Bank, all’interno degli OPT (Occupied Palestinian Territories) governati dall’Autorità Nazionale Palestinese con sede a Ramallah. Il progetto prevede che dai primi di maggio, fino ai primi di agosto gli attori del nostro gruppo teatrale Cronopios, sotto la guida di Susanna, sono e saranno parte del progetto di cooperazione europea che si svolge tra le città di Tulkarem e Ramallah e che ci vede partner dei nostri colleghi del Dar Qandeel. Obiettivo, fondare una scuola d’arte internazionale per i giovani di questo distretto periferico. Marilena Caddeo responsabile amministrativa del progetto, Susanna Mannelli, Marcella Pellerano, Felipe Moretti, affiancano in questa impresa: Alaa Abu Saa direttore artistico, Kifah Fanni responsabile multimedia, Mohammad Abu Khater insegnante di Dabka (ballo tradizionale palestinese), Ahmad Hamdan responsabile corso marionette ed artigianato locale, Osama Atwa attore responsabile corso teatrale Talha Ali Al attore e traduttore, Abu Ziad responsabile corso burattini, Ahmed Tanbouz musicista/ cantante responsabile corso musicale, Saif Aldrese interprete inglese/arabo, Sohail Aldrese documentazione foto/ video, Iyad Zedan pittore ed esperto di danza folkloristica. In questo mese con l’arrivo di Alice benessia, Juan Carlos Racaman Montoja, Matteo Culurgioni, si sono avviati ufficialmente i corsi della scuola aperti a bambini e ragazzi di Tulkarem e del suo distretto. I corsi si svolgono tutti nella sede di Tulkarem del Dar Qandeel. Alice Benessia ha tenuto insieme a Juan Recamán il corso di fotografia che ha interessato un gruppo misto e sempre presente di ragazzi dagli 11 ai 18 anni; il corso ha avuto molto successo ed è finito con la pubblicazione di un e-book di foto fatte dai ragazzi: youblisher/p/665219-E-book-Tulkarem/ “Una mattina abbiamo chiesto per la prima volta ai ragazzi di uscire con le macchine fotografiche, alla scoperta del loro sguardo e del mondo esterno. Tra gli altri, abbiamo dato una macchina fotografica ad una ragazza di nome Saba. Le abbiamo spiegato il da farsi: “Hai un’ora di tempo per scattare circa cinquanta fotografie. Cerca di non fermarti a guardare ciò che hai fatto e di lasciar andare a spasso il tuo sguardo sulle cose, senza fermarti a pensare se quello che vedi è una bella o una brutta fotografia. Questo non c’interessa, l’importante è che ti senti libera di osservare quel che ti succede intorno e dentro”. La ragazza ci guardati in modo interrogativo e abbiamo pensato che il nostro arabo nullo e il suo inglese minimo avessero pregiudicato il dialogo. Le abbiamo chiesto se aveva capito e ha risposto sì. Altra pausa interrogativa. Quindi? A quel punto Saba ci ha guardati dritto negli occhi e ci ha detto: “Vorreste dire che posso andare là fuori da sola per un’ora intera?”. “Sì, e divertiti”. Ne è seguito un sorriso sorpreso e una rapida fuga. Il nostro mondo si è ampliato in quel momento. Insieme a Saba e a tutti gli altri ragazzi abbiamo sperimentato la libertà di prenderci lo spazio e il tempo per indagare il nostro essere: a Tulkarem in Palestina nel 2013. E per condividere quella libertà attraverso le nostre immagini. In quel fare comune, i muri che ci circondano e ci abitano si sono dissolti come fantasmi al mattino.” Alice Benessia e Juan Recamán responsabili del corso di fotografia e videomaker del progetto. Susanna Mannelli, Felipe Moretti, Marcella Pellerano e Matteo Culurgioni curano i corsi di teatro, marionette e trampoli. I bambini ed i ragazzi, sono entusiasti dei corsi ma la partecipazione non è costante, spesso si aggiungono nuovi ragazzi e altri sono assenti. Il corso comunque sta dando ottimi risultati, e si concluderà con una dimostrazione di lavoro finale in cui saranno coinvolte le tre classi contemporaneamente e metteranno in scena delle storie inventate da loro. La scuola ha anche corsi di musica (oud e percussioni, multimedia, dabka e danza folkloristica che sono curate direttamente da operatori del Dar Qandeel. Nel frattempo è proseguito il lavoro di formazione e di produzione con i volontari del Dar Qandeel. Il 3 luglio ad Anabta una prima parte di questa performance ha aperto ufficialmente il Palestine International Festival, organizzato dal Popular Art Centre. Un evento importante che si svolge dal 1989 che ha al centro la musica e la danza e porta concerti e spettacoli in diversi centri dei Territori Occupati. Durante la performance ci siamo resi conto che i ragazzi erano molto agitati-eccitati all’idea dello spettacolo. Una volta sul palco come spesso accade con la magia del teatro, si sono comportati da veri attori, tutti molto concentrati e con una grandissima energia scenica. Felicissimi d’aver fatto lo spettacolo. Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto un primo controllo da parte di un ispettore dell’Unione Europea che supervisiona il progetto. L’esito è stato molto positivo. Nonostante non avesse una grande dimestichezza nelle arti, partecipando al laboratorio misto di trampoli e marionette si è accorto dell’efficacia del corso e dell’importanza per i bambini di imparare nuovi linguaggi espressivi. “Nonostante la nostalgia di casa e del mare, l’esperienza in Palestina è accattivante e non bastano tre mesi per entrare davvero in relazione con questa cultura così diversa e così simile per certi aspetti alla nostra. Lavorare con il gruppo del Dar Qandeel ci ha dato modo di conoscere almeno un po’ meglio i ragazzi che lavorano con noi, e abbiamo scoperto una grande energia creativa, sotto al primo strato di disorganizzazione e dispersione. Tutti hanno riscontrato ottimi risultati per se stessi e per il proprio lavoro, grazie al training fatto con noi. Credo anche che stiano riscoprendo o assaporando per la prima volta il senso del gruppo, la capacità di ascoltarsi e di creare qualcosa di bello insieme. Tutte cose che andranno sicuramente ad aggiungersi alla loro già grande amicizia. Dirò una banalità se affermo che essere donna in Palestina non è semplice, forse per noi forse lo è un po’ di più, semplice, dato che siamo “internazionali”. Credo però sia altrettanto complicato essere uomo in Palestina: tra sessi diversi non può esserci contatto, se si escludono le parentele strette o il matrimonio, e questo fa si che noi tre siamo le uniche donne con cui loro possano giocare, scherzare e lavorare a contatto fisico. Lo percepisco tanto ora, percepisco la libertà che un po’ gli portiamo, come percepivo il grande imbarazzo dei primi tempi. E’ come se ogni pacca sulla spalla fosse un gradino per diventare più liberi e per abbandonare un po’ di imbarazzo. Questo per me è il punto importante di questa esperienza, il contatto con le persone, per questo ritengo sia fondamentale che possano venire a Carloforte, per conoscere più da vicino quello che qui con noi hanno potuto assaporare e per continuare il lavoro fatto finora.” Felipe Moretti attrice, operatrice del progetto Il progetto si concluderà in Sardegna a Carloforte nell’isola di San Pietro nel mese di settembre 2013 con l’arrivo degli artisti di Dar Qandeel che rimarranno nell’isola per un mese ed intorno a questo evento i Botti organizzeranno la XVII edizione del festival “…dall’isola, dell’isola, di una penisola”. Il progetto su face https://facebook/pages/Through-Sea-to-See/218267424988257?ref=hl L’album completo delle foto https://facebook/BottiduShcoggiu/media_set?set=a.338794552920520.1073741827.100003699332100&type=1 Comunicato in PDF: youblisher/p/665240-Through-Sea-to-See-Establishing-a-School-of-Arts-in-Tulkarem-District-II-comunicato/ Per commenti, domande, riflessioni, ci trovate su facebook: facebook/#!/groups/74169417682/?fref=ts //// facebook/#!/BottiduShcoggiu?fref=ts info [email protected] 3479054753
Posted on: Thu, 11 Jul 2013 16:04:50 +0000

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